Il tribunale turco ha assolto, venerdì, 18 partecipanti a una marcia dell’orgoglio ad Ankara nel 2019. L’organizzazione per i diritti umani Amnesty International ha descritto il verdetto come una vittoria per la giustizia. L’orgoglio è de facto vietato in Turchia
La polizia ha arrestato 23 partecipanti a una manifestazione dell’orgoglio ad Ankara due anni fa. Secondo quanto riferito dalle forze di sicurezza, si trattava di ribelli, ma secondo gli organizzatori la sfilata si è svolta pacificamente. Tuttavia, la polizia ha usato spray al peperoncino, proiettili di plastica e gas lacrimogeni. 18 di loro sono stati infine processati. Venerdì il tribunale turco ha assolto i 18 imputati.
“La sentenza di oggi è una vittoria della giustizia, ma questa lunga battaglia legale non sarebbe mai dovuta accadere”, ha affermato Massimo Moratti di Amnesty International. La maratona di scrittura di Amnesty International nel 2019 ha visto una campagna globale di due di loro: gli studenti di biologia Malika Balkan e Ozgur Gur. Hanno rischiato fino a 3 anni di carcere per aver organizzato un sit-in legato all’orgoglio nella loro università e aver sostenuto i diritti LGBT.
omofobia
Un numero crescente di studenti in Turchia sostiene le persone LGBT+, mentre l’omofobia è in aumento nel Paese e la libertà di espressione è sempre più limitata. L’omosessualità è legale in teoria, ma l’orgoglio è sempre proibito in pratica. Questo è il motivo per cui la sentenza della corte è così sorprendente.
In Turchia, il partito conservatore del presidente Recep Tayyip Erdogan è al potere da due decenni e ha ottenuto scarsi risultati nella tutela dei diritti LGBT rispetto ad altri paesi europei.
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