L’organizzazione professionale italiana delle pere OI Pera ha convocato mercoledì 14 settembre un comitato di coordinamento per un’analisi generale della situazione del settore. La stima del raccolto di metà luglio per le varietà estive è stata ora rettificata, sulla base dei dati dei membri rappresentativi dell’organizzazione nella regione Emilia Romagna.
Per quanto riguarda la resa, le stime precedenti non si discostano significativamente dalla realtà sul terreno, perché gli effetti negativi delle alte temperature e della siccità erano già stati presi in considerazione a metà luglio, quando molti frutti erano appesi agli alberi.
I dati aggiornati indicano piccole quantità e la resa delle varietà estive di Classe I è stimata inferiore al 40% del raccolto totale, a fronte di una media del 50% in un anno normale.
Delle taglie di Classe I, circa il 45% è nei calibri 60-65, rispetto al 28% dello scorso anno e al 20% negli anni di successo.
“Questa è una situazione molto preoccupante. Quest’anno abbiamo più che mai bisogno di una manna, ma invece dobbiamo ricominciare a risolvere i problemi. Purtroppo il costo della coltivazione non è direttamente proporzionale alla dimensione del frutto, quindi è necessario. Sfrutta al massimo anche le più piccole quantità per assicurarti un reddito”, afferma. Gianni Amide (Guarda l’immagine), Presidente dell’OI Bara.
A questo proposito, OI Pera ha commissionato all’Università di Bologna una ricerca con l’obiettivo di approfondire i costi di coltivazione dopo l’aumento dei prezzi delle materie prime.
Nelle province di Ferrara e Modena il costo di coltivazione delle pere Abate oggi è alto, 20.000 euro per ettaro. Si tratta di circa 3.000 euro in più rispetto a prima del recente aumento dei prezzi, quando i costi erano già elevati.
L’aumento del costo della coltivazione è quasi da ricondurre all’aumento dei costi delle materie prime, +80% dei costi energetici e +35% degli agrofarmaci e dei fertilizzanti. Questi valori sono nella media, ma in alcuni casi si registra addirittura un aumento del 90%.
Abbassamento perenne
“E’ chiaro che il costo per unità di produzione dipende dalla resa media per ettaro. Se questa è normale, il costo di coltivazione di Abate Fetal è di circa 90 centesimi per chilogrammo per tutti i prodotti (classe I + classe II + prodotto inutilizzabile). il risultato è purtroppo molto semplice: alti costi di coltivazione per ettaro, basse rese, una percentuale di prodotto commerciabile inferiore alla media e molti piccoli calibri rendono molto difficile per gli agricoltori garantire il reddito”.
“Un’altra cosa da dire: la qualità delle pere, anche se piccole, è ottima in termini di gusto e aspetto. Questo è il miglior raccolto della zona da molto tempo. Abbiamo avuto una resa bassa a causa del clima. Sul da un lato, ma dall’altro Alto valore brix”, conclude Amide.
“I rivenditori e i consumatori devono essere convinti che le pere di questa stagione non sono solo le più sane, ma anche le più gustose, perché fortunatamente la quantità non ha alcuna influenza sulla qualità del gusto”.
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