Il parlamento italiano questa settimana ha approvato un emendamento alla costituzione per includere la protezione degli animali e dell’ambiente. Le organizzazioni ambientaliste accolgono favorevolmente l’iniziativa, ma sottolineano l’importanza di applicazioni concrete.
Da questa settimana, l’articolo 9 della costituzione italiana riguarda “la protezione dell’ambiente, della biodiversità, degli ecosistemi e degli animali, compreso il benessere delle generazioni future”. In precedenza, il provvedimento era relativo alla tutela del “paesaggio naturale e artistico del Paese”.
L’articolo 41 affermava in precedenza che l’attività d’impresa “non deve essere svolta contro l’interesse pubblico o pregiudicare la sicurezza, la libertà e la dignità umana”. D’ora in poi, il testo afferma che le attività economiche “non devono nuocere alla salute e all’ambiente”.
Primo passo
Donatella Bianchi, responsabile WWF Italia, parla di ‘un evento storico’. ‘Infine, la tutela dell’ambiente è un principio fondamentale della Repubblica. La futura legislazione dovrebbe basarsi su questi principi e in alcuni casi sostituire i regolamenti precedenti.
Bianchi insiste sul fatto che l’emendamento costituzionale è solo un primo passo. ‘Ora è necessario creare un quadro giuridico naturale e innovativo per tutelare la natura dell’Italia. Il livello di protezione del capitale naturale che costituisce la base insostituibile di tutte le nostre attività, compresa l’economia, deve essere elevato.’
L’Italia non è il primo Paese a sancire costituzionalmente i principi ambientali. Nel 2008 l’Ecuador ha aggiunto i “diritti della natura” alla sua costituzione. L’Argentina ha incluso standard minimi per la protezione dell’ambiente nella sua costituzione negli anni ’90 e anche i Paesi Bassi hanno reso la protezione dell’ambiente un principio costituzionale.
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