
Venezuela a rischio colera, a lanciare l’allarme i medici del paese che mettono la popolazione in guardia contro la drammatica combinazione di inquinamento delle acque, fatiscenza degli ospedali, black out elettrici e assenza di forniture di profilassi sanitarie ed attrezzature mediche.
L’allarme
E’ stato il vicepresidente dell’Associazione medica venezuelano-americana (VAMA), Rafael Gottenger a lanciare un vero allarme epidemico nazionale, dichiarando a El Nuevo Herald uno stato di allerta concreto dopo i sei giorni di blackout e la contaminazione di tutte le principali falde acquifere del paese. “Abbiamo un allarme molto serio – ha detto – che però pare tuttora inascoltato o preso sottogamba: è la contaminazione dell’acqua a livello nazionale e quello che ne potrebbe derivare: anche la possibilità di epidemie di colera”, ha detto.
L’acqua in ristagno
In effetti, a causa della mancanza di elettricità, gli impianti di trattamento delle acque e le tubature potrebbero essere interessati da proliferazioni batteriche resistenti. “Se non si dispone di elettricità per far funzionare i sistemi e si fermano le condotte che pompano l’acqua, l’acqua va in ristagno”. Non è un caso che proprio in questi giorni moltissimi cittadini venezuelani si siano lamentati anche sui social network del fatto che, aprendo i rubinetti, l’acqua che esce è marrone o nera, come se fosse petrolio, specialmente nello stato di Carabobo, situato nel centro-nord del Venezuela.
Un sabotaggio politico
L’azienda idroelettrica venezuelana ha attribuito la situazione al fatto che “l’adduzione principale che fornisce acqua potabile al comune di San Diego de Carabobo è stata vandalizzata da persone senza scrupoli, causando la filtrazione dei sedimenti”. Un sabotaggio “politico” dunque, non uno stato dell’arte figlio di degrado e indifferenza. Il dottor Gottenger ha anche messo in guardia dall’uso e del consumo di acqua dal fiume Guaire, nella città di Caracas, che riceve rifiuti e ha un alto livello di contaminazione. Il guaio è che moltissimi residenti della capitale avevano raccolto acqua proprio da quel fiume dopo aver trascorso diversi giorni senza acqua durante il recente blackout.