Le più grandi aziende dell’Unione Europea dovranno presto pubblicare regolarmente informazioni sugli impatti ambientali, climatici e sociali delle loro attività. Il Parlamento Europeo ha approvato una direttiva che amplia i report di sostenibilità già esistenti. Col tempo, quasi 50.000 aziende dovranno soddisfare i requisiti.
Al momento esistono già obblighi per le grandi aziende di segnalare informazioni non finanziarie sulle loro attività, ma sono ritenute insufficienti. Ecco perché il Parlamento Europeo e gli Stati membri hanno approvato nuove regole, sulla base di una proposta della Commissione Europea. L’accordo politico in merito, già concluso a giugno, è stato ufficialmente approvato oggi dal Parlamento. Ciò è avvenuto con 525 voti favorevoli, 60 contrari e 28 astenuti.
Lo scopo della guida è quello di dare alle banche e agli investitori un’idea migliore di quali aziende operano in modo sostenibile, in modo che più denaro fluisca in tali attività. La guida non può essere vista separatamente dal regolamento per la cosiddetta classificazione, che elenca le attività che possono essere considerate sostenibili dal punto di vista ambientale (si ricordi la discussione sulla classificazione del gas e del nucleare come “verdi”).
In termini concreti, le aziende devono riferire sul modo in cui le questioni di sostenibilità, come il cambiamento climatico, influiscono sulle loro attività e le conseguenze delle loro attività sulle persone e sull’ambiente. Con l’aumento progressivo, quasi 50.000 aziende europee dovranno rispettare l’obbligo di rendicontazione, rispetto alle circa 11.700 attuali.
2025
Sulla base di una serie di criteri che il comitato elaborerà entro giugno 2023, le aziende più grandi (con più di 500 dipendenti) dovranno presentare il loro primo nuovo bilancio di sostenibilità a partire dal 2025. Dal 2026 l’obbligo si applicherà anche alle aziende più piccole (ma con più Da 250 dipendenti e/o fatturato di 40 milioni di euro e/o patrimonio di 20 milioni di euro) e dal 2027 alle PMI quotate. Queste PMI potranno ancora beneficiare dell’opt-out fino al 2028 e dell’esenzione dalla direttiva.
Le società non europee dovrebbero presentare un rapporto di sostenibilità se hanno un fatturato superiore a 150 milioni di euro nell’Unione Europea e hanno almeno una filiale o filiale qui.
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