Giulia Bongiorno, Ministro della Pubblica Amministrazione, ha dichiarato di voler sottoporre a test psicologici gli aspiranti magistrati. Il tutto al fine di modificare il classico metodo di selezione. Secondo la Bongiorno, infatti, i magistrati sono vincolati a un sapere troppo nozionistico. A tal riguardo sono previsti dei test per verificare il senso di responsabilità, l’empatia e la stabilità emotiva. La decisione è giunta dopo l’intervento, avvenuto presso la Scuola di formazione politica della Lega, che si è svolto a Milano.
Cosa prevedono i test per i magistrati
Il Ministro Giulia Bongiorno ha espresso l’idea di riformare il percorso di accesso alla magistratura soffermandosi, in particolar modo, nel dare maggiore attenzione all’aspetto psicologico dei giudici. Un metodo di selezione dei giudici ritenuto datato e poco funzionale. Nonostante la proposta non sono stati molti i consensi ottenuti.
Chi è a favore e chi è contrario
In particolare modo è venuta a mancare l’attenzione da parte della stragrande maggioranza degli esponenti relativi all’Associazione Nazionale dei Magistrati (ANM).
L’associazione “Magistratura indipendente”, alla cui guida vi sono Antonello Rancanelli e Giovanna Napoletano, ha manifestato la propria approvazione con l’idea della Bongiorno. Il percorso di studi per diventare magistrato, oltre a essere articolato, lungo e pieno di nozioni, non è al passo con le esigenze attuali della professione.
Non si tratta del primo tentativo
Non è la prima volta che un ministro tenta di avanzare una richiesta in merito al criterio di valutazione. Già il Ministro Castelli, in carica dal 2001 al 2006, infatti, propose di modificare la riforma. Alla fine, però, non se ne fece nulla. Anche Clemente Mastella, durante il Governo Prodi, eliminò le modifiche operate da Castelli compreso il test psico-attitudinale.