Il giovane minorenne non è l’unico indagato per la morte di cinque ragazze e una donna avvenuta a Corinaldo nella discoteca “Lanterna azzurra”. Si indaga per omicidio preterintenzionale, oltre che per lesioni colpose e dolose. Nel registro, intanto, sono finite altre sette persone. A fare il punto della situazione sono stati il procuratore capo di Ancona Monica Garulli e il procuratore per i minorenni del capoluogo marchigiano Giovanna Lebboroni.
Tragedia di Ancona, da accertare le responsabilità
Tra gli indagati figurano i quattro proprietari dell’immobile e i tre titolari della società che gestiscono la discoteca. L’accusa è quella di concorso in omicidio colposo aggravato. Per entrambi i filoni d’indagine, i pubblici ministeri stanno ancora lavorando per accertare le specifiche responsabilità.
Il 16enne, rintracciato sabato a Senigallia, è stato inserito nel registro degli indagati. «La consistenza indiziaria è flebile – ha spiegato il pm Lebboroni – e sarà tutta da valutare. Il ragazzo è stato indicato da tre persone e in modo generico. Molti sono concordi nel dire che all’improvviso il locale sia stato cosparso di qualcosa nell’aria. A terra è stata trovata una bomboletta di spray al peperoncino. Questo ci induce a pensare che sia una possibile concausa dello spargimento della sostanza irritante. Tutto questo, però, non esclude che ce ne possano essere state altre. Abbiamo a che fare con molteplici episodi in cui la morte è stata la conseguenza di una o più cause».
Strage a Corinaldo, diverse situazioni da verificare
Sabato mattina i carabinieri di Senigallia hanno rintracciato il 16enne nel residence di residenza. L’accusa, a suo carico, è detenzione di stupefacenti. Secondo l’agenzia Ansa si ipotizza che il ragazzo faccia parte di una banda di rapinatori dedita all’utilizzo di spray, in luoghi affollati, con l’intento di rubare. A riguardo, però, gli inquirenti hanno ancora diversi dubbi.