Su Facebook è tornato a parlare Matteo Bassetti, direttore della Clinica di malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova. “Sarebbe veramente una brutta figura, anche internazionale non riaprire le scuole a settembre”.
Le parole di Bassetti
“Credo che mettere in dubbio il regolare e sicuro inizio delle scuole a settembre a causa del Covid, dopo aver avuto 6 mesi a disposizione per confrontarsi e organizzarsi, non sia degno di un grande paese come l’Italia. Spero che ciò che qualcuno ha affermato sia privo di fondamento altrimenti, forse, occorrerebbe chiedere a qualche esperto, magari francese, tedesco o di altri Paesi europei, di venire a insegnarci come fare. Io comunque rimango fiducioso”, ha concluso.
Le parole di Crisanti
In un’intervista a ‘La Stampa’ il virologo Andrea Crisanti, ordinario di Microbiologia all’Università di Padova, ha parlato della scuola. “Le misure prese sulla scuola sono troppo passive. Davanti all’aumento dei contagi serve un piano di sorveglianza attiva, che riguardi le classi e le comunità di provenienza dei ragazzi. In Italia bisogna passare dagli attuali 60 mila temponi al giorno a 250 mila. È il passe-partout per convivere con l’epidemia senza cadere in un secondo lockdown. Se ad agosto siamo a quasi mille casi al giorno come si può pensare che a ottobre e novembre non aumentino? Senza un piano adeguato tutto diventa rischioso, anche riaprire le scuole”.
Scuola
“È evidente che concetti astratti come distanze e banchi non aiutano. Perché la scuola non diventi un moltiplicatore dei contagi è più utile prescrivere la vaccinazione antinfluenzale a tutti, misurare la temperatura all’ingresso abbassando la soglia a 37 e mappare le zone di residenza degli studenti. In caso di focolaio in una determinata area i bambini che ci abitano devono stare a casa con la manleva dei genitori nei confronti della scuola. Molto più efficace delle mascherine è un piano di prevenzione attiva sul territorio. Non mi sorprendono le parole di Walter Ricciardi, secondo cui le scuole potrebbero non riaprire, perché oltre che un grande scienziato è una persona di buon senso e si rende conto che le misure attuali sono passive e che davanti a un aumento del contagio non c’è difesa che tenga. Il governo tenta di riaprire le scuole, ma il problema è che vuol farlo senza pensare a come gestire l’emergenza in alternativa al lockdown”.