Giovanni Rezza, direttore del dipartimento di Malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità, ha invitato alla pazienza intervenendo su Radio24. “I dati vanno letti su più giorni e i modelli matematici vanno fatti su data di insorgenza dei sintomi o su indicatori forti come il numero di ospedalizzazioni, che comunque non sono aumentate”.
Le parole di Rezza
“E’ normale vedere alti e bassi, quello che è importante valutare è l’andamento complessivo della curva. Per avere un quadro realistico e vedere gli effetti delle misure adottate ci vuole ancora del tempo: dobbiamo aspettare fine mese. Un bollettino quotidiano di questo tipo si fa tramite le Regioni, che danno dati aggregati al ministero, e lo si è fatto per una questione di trasparenza e tempestività. Ma si tratta di dati condizionati dal fatto che i contagi risalgono a 5-10 giorni fa, poi ci sono i tempi della notifica. I dati sono molto dipendenti dal numero di tamponi fatti e dai tempi delle notifiche. Quindi abbiamo questa altalena: per uno o due giorni le cose vanno meglio. Poi magari, come ieri, si fanno più tamponi e…”.