Scatta da oggi in Francia il divieto per alcune protesi al silicone per il seno, e presto potrebbero seguire il Paese europeo Stati Uniti e Canada. Il governo transalpino ha vietato “a titolo precauzionale” numerosi modelli di protesi al seno. Il sospetto è che possano provocare una rara forma di cancro. Si tratta di una misura senza precedenti che potrebbe essere imitata da altri Paesi del mondo, come Stati Uniti e Canada, nelle prossime settimane.
Lo stop
Lo stop è stato emesso oggi dall’agenzia francese che controlla la vendita e l’uso di dispositivi medici nel Paese e, stando a fonti ufficiali, riguarda “meno del 30% di tutte le protesi mammarie” commercializzate in Francia, ma in futuro e sulla scorta di ulteriori ricerche non è escluso che il divieto colpisca altri modelli di protesi. L’Agenzia nazionale dei prodotti sanitari (ANSM) ha spiegato di aver preso questa decisione, che entrerà in vigore effettivamente da domani “contro un aumento significativo, a partire dal dal 2011, nei casi di linfoma anaplastico a grandi cellule (ALCL), un aumento associato all’uso di protesi mammarie”.
Una forma aggressiva
Si tratterebbe di una forma rara ma molto aggressiva di cancro del sistema immunitario, che spesso si manifesta con una fuoriuscita di liquido attorno alla protesi. “Tra le quasi 500.000 donne in Francia che indossano protesi mammarie, sono stati rilevati 59 casi di donne con questo tipo di cancro”, ha spiegato l’agenzia in una conferenza stampa a Parigi. I decessi in quel range sono stati finora tre. Secondo l’agenzia francese, maggiore è la texture della protesi, maggiore è il rischio di contrarre questo tumore. “Non abbiamo alcuna spiegazione scientifica, ma è quello che abbiamo rilevato”, ha affermato Thierry Thomas, vice direttore responsabile dei dispositivi medici presso l’ANSM.