Un intervento innovativo, il primo al mondo di questo tipo ad essere stato eseguito in più fasi. Si tratta di un’operazione eseguita su un 47enne affetto da metastasi epatiche inoperabili. I medici hanno trapiantato una porzione di fegato di donatore vivente a fianco del fegato malato. La parte trapiantata si è rigenerata in soli 17 giorni, e in seguito il fegato malato è stato rimosso in videolaparoscopia.
La diagnosi
Il 47enne era affetto da multiple metastasi epatiche da tumore del colon ed era stato giudicato inoperabile, poiché erano interessati tutti i segmenti del fegato. E’ per questo motivo che il professor Umberto Cillo ha scelto di intervenire con queste modalità, con un intervento in due tempi.
L’operazione
Nel primo intervento, i chirurghi hanno trapiantato un piccolo frammento di fegato donato da un familiare a fianco del fegato malato. In 17 giorni, il frammento ha raggiunto il volume necessario per sostenere la vita. Per questo, nella seconda fase, è stato possibile rimuovere il fegato metastatico con tecnica mini-invasiva in videolaparoscopia.
Il primo step
Ad eseguire l’operazione, un team di esperti composto da oltre 20 persone. Sono state combinate tre tecniche chirurgiche di alta specializzazione: l’asportazione di metà del fegato affetto da metastasi, il trapianto della porzione di fegato donato a fianco del fegato malato e, infine, l’asportazione in videolaparoscopia del fegato malato residuo. L’intervento ha richiesto 18 ore ininterrotte di lavoro del team, che ha operato dalle 8 alle 2 di notte del giorno successivo.
Il secondo step
A distanza di 15 giorni, grazie a una Tac, è stato eseguito il calcolo volumetrico del fegato donato, e si è constatato come la porzione donata avesse raggiunto più del doppio del volume iniziale, dimostrando di essere funzionalmente sufficiente a sostenere la vita del paziente. A quel punto, il secondo intervento, durato sei ore, con tecnica mini -invasiva per via videolaparoscopica.
I nuovi orizzonti
Questo intervento è il sesto di questo tipo, ma il secondo al mondo con un donatore vivente. Però a Padova per la prima volta è stato eseguita la seconda parte interamente con tecnica mini-invasiva in videolaparoscopia.
Se gli studi confermeranno le premesse, la tecnica Rapid rappresenterà una straordinaria fonte di donazione aggiuntiva a quella oggi disponibile. Sarà caratterizzata da un bassissimo rischio di complicanze per i donatori, vista la bassa percentuale di fegato donata, che è pari al 20% contro il 60/65% delle tecniche già in atto.