Umberto Bossi, fondatore della Lega nord, non ci sta. “Oggi il Nord viene barattato per i voti al Sud. Dico che occorreva non avere paura di continuare a tenere alta la bandiera della questione settentrionale, anche se poi ti attaccano”.
Le parole di Bossi
“E’ il Nord che deve muoversi. Perché tutto è rimasto come un tempo… Neutralizzata anche la spinta federalista, la nostra devolution, oggi il Nord è al centro di uno scambio. Il Palazzo non ti dà niente, l’autonomia non te la vogliono dare, e si vede. Ma non è motivo per interrompere la battaglia. Le ragioni del Nord sono vive e non sono cambiate. Il Nord fa ancora paura a Roma, senza la Lombardia e il Veneto l’Italia non è ricevuta da nessuno, non pesa economicamente, politicamente, commercialmente. Dove ci sono Lombardia e Veneto invece si vince”.
Lega
“La Lega è nata perché c’erano due Italie con esigenze diverse, velocità diverse, una politica marcatamente assistenziale che non dava frutti. Il Nord era già in Europa, ma Roma guardava a Sud. Come oggi. Volevamo dissequestrare le regioni che stavano per finire nelle mani della mafia, della camorra, della ‘ndrangheta. Dopo i soggiorni obbligati, ci trovammo a fare i conti con i sequestri, con le infiltrazioni malavitose. Il Nord doveva reagire, e cacciare via i corpi estranei della criminalità organizzata, dovevamo creare gli anticorpi e l’anticorpo era la Lega, nemico delle mafie”.
Assistenzialismo
“Il lavoro non deve venire dallo Stato che assiste, come accade ancora oggi al Sud. E’ piuttosto l’economia che deve essere liberata dai blocchi di una burocrazia arroccata che dispensa favori in cambio di voti”, ha concluso alla Nuova Padania.