Con la crisi in atto “c’è una necessità, ci sono fondi straordinari, serve una rivoluzione sostenibile. Non possiamo riprendere a spendere con gli stessi criteri che hanno portato l’Italia nella debolezza in cui si trovava tre mesi fa; siamo onesti, non era il massimo. L’automatismo spinge a tornare dov’eravamo invece che avanzare. E’ un errore visti i tanti problemi, dalle disuguaglianze all’inquinamento, mentre scegliere la sostenibilità renderebbe di più, anche in termini economici, sino al 15% nelle grandi imprese”. Lo dice alla ‘Stampa’ Enrico Giovannini, economista membro della task force guidata da Vittorio Colao. E l’eterna idea della spending review, necessaria ma a quanto pare politicamente impossibile.
Giovannini vuole usare la crisi per rendere l’economia ‘green’
“Il rischio è provare a riportare le persone a lavorare, e il Pil a crescere, senza qualità del lavoro e dello sviluppo, ad ogni costo”. Per scongiurarlo, bisogna cambiare il modo di pensare dei governi, afferma Giovannini: “Li si convince che non è più il tempo della classica articolazione in politiche economiche, sociali e ambientali, da sostituire con uno schema a cinque finalità: strategie che proteggono, promuovono, preparano, prevengono e trasformano. Mi spiego: è necessario proteggere le persone che sono in difficoltà, le stesse che si sono dimostrate le più vulnerabili al Covid-19. Se non affrontiamo l’insostenibilità sociale e ambientale, creiamo le premesse per esporci a nuovi choc. La pandemia è come il cambiamento climatico in ‘timelapse'”. Perché “se non investiamo per trasformare economia e società, – prosegue -, il rischio è di rimbalzare all’indietro”.
Servirebbe quindi, secondo Giovannini, “attuare la proposta dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile e del Forum Disuguaglianze e Diversità, introdurre un reddito di emergenza per chi non è coperto da altri ammortizzatori, irregolari compresi. Questi ultimi sono tre milioni, e un milione lavora nelle filiere che ci consentono di andare avanti. Le loro condizioni di lavoro e abitative sono inaccettabili, le baraccopoli sono potenziali focolai di infezione. In questo modo proteggiamo, preveniamo e trasformiamo”, aggiunge.