Liliana Segre ha concesso una lunga intervista al Corriere della Sera, ribadendo la sua volontà di continuare a lottare. “La tentazione di abbandonare il campo ogni tanto si affaccia. Se a quasi 90 anni finisci bersagliata da insulti, sotto scorta, senza più la vita semplice e riservata di prima, credo sia normale chiedersi ‘ma chi me l’ha fatto fare?’. Però dura poco, non sono una che si arrende facilmente“.
Commissione contro l’Odio
Liliana Segre si è detta pronta al ruolo di presidente della nuova Commissione contro l’Odio, da lei pensata: “Se me la propongono, sono dell’idea di dire sì. Sono stata in dubbio e certo il calendario degli anni non va indietro. Ma io credo in questa Commissione, dunque spero di reggere“.
Liliana Segre e la scorta
Il caso legato alla sua scorta l’ha portata in prima pagina: “Né io né i miei familiari abbiamo chiesto nulla. Il Comitato per la sicurezza e l’ordine pubblico della Prefettura di Milano ha ritenuto di garantirmi una tutela, che è una forma di protezione più blanda della scorta. Naturalmente sono rimasta di stucco: a quasi 90 anni e per la sola colpa di essere una sopravvissuta alla Shoah e di esporre pacatamente i miei convincimenti, c’è bisogno che sia tutelata la mia sicurezza. È certo un condizionamento nella vita privata e mi disturba l’idea di essere un peso per lo Stato, però i carabinieri che mi accompagnano sono ragazzi meravigliosi che mi hanno adottata come una nonna, non solo con professionalità, ma anche con affetto“.