Nuova giornata di tensioni nel governo, che è culminata con il voto sulla Tav – e la conseguente spaccatura nella maggioranza – e si è conclusa con la dichiarazione di Salvini a Sabaudia: “Qualcosa si è rotto“. Che non è una cosa del tutto rassicurante da dire, contando che una maggioranza di governo non è certo un vaso rotto che si può aggiustare con un po’ di colla. E non si tratta nemmeno della preziosa arte giapponese del kintsugi, in cui le crepe di un oggetto di ceramica vengono riparate con la polvere d’oro.
Salvini a Sabaudia
Qui, dorata, c’è solo la pillola che hanno dovuto ingoiare i grillini sul nodo Tav, e quelle che dovranno ingoiare ancora se non ci sarà il “cambiamento” chiesto da Salvini a Conte prima di partire per la tappa di Sabaudia del Lega beach tour. “Se mi rendo conto che le cose non si possono fare, come in un matrimonio, se si passa più tempo a litigare che ad andare d’accordo e a fare l’amore, è meglio che ci si guardi negli occhi e ci si lasci“, è la cupa conclusione del leader della Lega, forte del suo quasi 40% di preferenze, in questo matrimonio senza la comunione degli intenti.
Il rischio di una crisi di governo
Il rischio di una crisi di governo, dunque, c’è, ed è reale. I botta e risposta tra le due teste del governo bicefalo si sono susseguiti mezzo social, che ormai è diventato il luogo del dibattito politico. Forse è anche per questo che lo scontro politico ha assunto i contorni da reality show.
Ma intanto, Luigi Di Maio si è detto “orgoglioso” del no alla Tav, “a un’opera come la Torino-Lione, un’opera nata vecchia, di 30 anni fa, senza un futuro. Un’opera che vogliono solo Bruxelles e Macron”. E non accenna a muoversi dalla sue posizioni nemmeno la prospettiva del “divorzio” con la Lega. Forse, perché in fondo sa che di motivi per arrivare a settembre ce ne sono parecchi, da tutte e due la parti.
I motivi per restare saldi
A partire dalla riforma della giustizia, che per Salvini è fondamentale, come è fondamentale che a farla sia “un governo compatto”. Mentre da parte Cinquestelle c’è l’attesa del taglio del numero dei parlamentari, a fine estate, che consentirebbe un risparmio di mezzo miliardo di euro.
Nel mezzo sta Giuseppe Conte, che si trova nella scomoda posizione di dover garantire la collaborazione nel governo pentaleghista. E perciò ha incontrato separatamente i due vicepremier, annullando la conferenza stampa prevista per oggi.
Un ultimatum?
La pausa estiva, per il governo, è alle porte. Da oggi anche il Parlamento chiude per ferie fino al 9 settembre. Ma intanto, Salvini ha dato qualcosa su cui riflettere durante l’estate: “Cosa succederà ora? Non sono fatto per le mezze misure, o le cose si possono fare per intero, oppure star lì a scaldare la poltrona non fa per me“.