Stefano Tria, il figlio del ministro dell’Economia, collabora con una nave che si occupa di aiutare i migranti. L’imbarcazione è attiva nel campo umanitario e si chiama “Mediterranea Saving Humans”. Lo scorso 19 marzo è approdata a Lampedusa. A bordo vi erano 48 migranti che avevano ricevuto soccorsi in mare aperto.
La conferma
La conferma, secondo quanto dichiarato da il “Corriere della Sera”, arriva direttamente dalla Ong: «Sì, Stefano è uno di noi e fa quello per cui Mediterranea è nata: salvare e salvarci da questo orrore. Non ci siamo mai posti il problema di chi ognuno di noi sia figlio o parente, ma di cosa possiamo fare per salvare quante più vite umane possibile».
Gli altri protagonisti attivi nel campo umanitario
La Mare Jonio è stata posta sotto sequestro dalla Procura di Agrigento. Il comandante e il capo missione, rispettivamente Pietro Marrone e Luca Casarini, sono stati indagati. A loro carico pende l’accusa di favoreggiamento all’immigrazione clandestina.
Il ruolo di Stefano Tria
Il Ministro dell’Interno, Matteo Salvini, in merito alla nave umanitaria aveva parlato di un’azione, con trame politiche, gestita da esponenti dell’estrema sinistra. Stefano Tria collabora con la Ong Mediterranea con quale ha inviato la propria candidatura tramite il sito nella sezione «Sali a bordo e resta in contatto con noi». L’attività del figlio rischia di mettere in una situazione limite il Ministro Tria in virtù del fatto che Salvini ha dato vita a un’aspra battaglia contro le Ong.