Elio Lannutti è attualmente indagato per diffamazione aggravata dall’odio razziale. Il provvedimento al senatore è partito dalla Procura di Roma. A tal proposito anche Enrico Mentana si era espresso per commentare le parole di Lannutti. La decisione è giunta dopo una denuncia della Comunità ebraica romana guidata dal Presidente Ruth Dureghello.
Cosa ha scritto Elio Lannutti
L’esponente del Movimento Cinque Stelle ha scritto un tweet con il quale aveva rilanciato il falso storico relativo ai “Protocolli dei Savi di Sion”.
Gruppo dei Savi di Sion” e Mayer Amschel Rothschild, l’abile fondatore della famosa dinastia che ancora oggi controlla il Sistema Bancario Internazionale,portò alla creazione di un manifesto: “I Protocolli… https://t.co/04VFugN053
— Elio Lannutti (@ElioLannutti) 20 gennaio 2019
Cosa sono i “Protocolli dei Savi di Sion”
I Protocolli dei Savi di Sion sono un falso documentale che venne creato nei primi anni del Novecento in Russia dalla polizia segreta zarista per fomentare l’odio verso gli ebrei nell’Impero russo.
Il documento fu realizzato in forma di documento segreto attribuito a una fantomatica cospirazione ebraica e massonica. L’obiettivo del complotto sarebbe stato quello di impadronirsi del mondo. La falsità del documento è stata comprovata già nei primi anni dopo la pubblicazione, ma negli ambienti antisemiti e antisionisti ebbe comunque ampio seguito.
La denuncia di Ruth Dureghello
In un’ intervista al Corriere della Sera, Dureghello aveva annunciato la denuncia: «La sua citazione, con un tweet, dell’infame falso storico dei Protocolli di Sion è gravissimo per molti motivi. Viene da un rappresentante delle istituzioni» aveva detto Dureghello «Ed è dilagato sui social: un
elemento che innegabilmente produce un ulteriore aggravio di responsabilità per la vasta diffusione che ha avuto».
La replica di Lannutti
Lannutti si era giustificato: «Ho pubblicato un link sui banchieri Rothschild, senza alcun commento. Poiché non avevo alcuna volontà di offendere alcuno, tantomeno le comunità ebraiche od altri, mi scuso se il link ha urtato la sensibilità. Condividere un link non significa condividere i contenuti, da cui comunque prendo le distanze. Ci tengo a sottolineare che non sono, né sarò mai antisemita».