Un decreto legge per legalizzare la cannabis. Del resto, un vecchio adagio recita “se non puoi sconfiggerli, alleati con loro”. E visto che non si può impedire l’uso della cannabis, tanto vale farlo diventare legale. Tanto più che, come dice il senatore Matteo Mantero, “l’alcool ha un indice di pericolosità 114 superiore alla cannabis, seguito da eroina, cocaina e tabacco”. Per questo il Senatore del Movimento 5 Stelle Matteo Mantero ha depositato in Senato un decreto legge sulla legalizzazione della cannabis. L’obiettivo è quello di legalizzare la coltivazione, la lavorazione e la vendita della cannabis e dei suoi derivati. La base, ovviamente, è stato il lavoro portato avanti dal gruppo parlamentare nella scorsa legislatura.
E Mantero ha anche spiegato il perché di questo disegno di legge, in un lungo post su Facebook.“Molti, me compreso, ritengono la legalizzazione dell’autoproduzione e uso personale della cannabis una priorità che produrrà con una sola mossa ingenti risparmi economici per il nostro Paese, infierirà un colpo non indifferente alla criminalità organizzata, ma soprattutto migliorerà la salute pubblica e quindi ancora una volta porterà ad un risparmio per le tasche di tutti i cittadini italiani e non solo per chi ne fa uso.”
Le dichiarazioni di Mantero
Matteo Mantero ha ricordato che la Direzione Nazionale Antimafia si è detta più volte favorevole “alla legalizzazione dalla cancellazione del reato di produzione e vendita delle droghe leggere, che rappresenta più della metà del mercato degli stupefacenti”, poiché “la possibilità di coltivare sul proprio balcone alcune piantine di marijuana ridurrebbe notevolmente il mercato illegale e il colpo inferto alla criminalità organizzata sarebbe importante”. E prosegue: ” Chi contrasta la legalizzazione della cannabis, consapevolmente o meno, sta facendo un enorme regalo alla mafia”.
La questione sanitaria
Inoltre, prosegue il senatore pentastellato, “in Italia, ogni anno, circa 5 milioni di persone fanno uso di hashish o marijuana, essendo illegale coltivarla a casa propria queste persone sono costrette a rivolgersi al mercato nero“. Ma Matteo Mantero mette in guardia la salute dei cittadini, poiché spesso i prodotti che si trovano sul mercato nero sono contaminati dalle sostanze con cui la cannabis viene tagliata per aumentarne il peso e ricavarne più profitti. “Paradossalmente sarebbe ancora più sicuro se fosse consentito l’uso di questa sostanza a fini alimentari o erboristici perché ovviamente le infiorescenze dovrebbero rispettare standard produttivi diversi, ancora più stringenti”, conclude.
Il disegno di legge
“Proprio l’esperienza degli Stati che hanno regolamentato in forma legale il mercato della marijuana dimostra che il numero dei consumatori non è affatto cresciuto, né è aumentato l’impatto sociale e sanitario direttamente o indirettamente connesso al consumo. A crescere sono stati solo il reddito legale e il gettito fiscale del mercato legalizzato”. Questo è quanto si legge nella relazione del decreto depositato in Senato. La proposta è articolata su quattro punti:
- possibilità di coltivare, a determinate condizioni, la cannabis nella propria abitazione. In forma individuale, con un massimo di tre piante, o in forma associata, per un massimo di trenta soci previa comunicazione alla Prefettura.
- possibilità di detenere fino a 15 grammi di cannabis nella propria abitazione e 5 grammi fuori.
- regolamentazione del mercato della “cannabis light”, cioè a basso contenuto di thc, consentendo la vendita per uso alimentare ed erboristico. Viene inoltre innalzato il contenuto di thc delle infiorescenze all’1%
- regolamentazione delle condotte illecite, con una differenziazione di pena in relazione alla tipologia delle sostanze