Dopo l’annuncio della Toscana, anche l’Emilia-Romagna potrebbe fare ricorso alla Consulta contro il Decreto sicurezza. Elisabetta Gualmini, vicepresidente della giunta di Centrosinistra, ha spiegato al Corriere di Bologna il proprio punto di vista. «Come Regione – dice Gualmini, che ha la delega al Welfare – non abbiamo competenze dirette sulla gestione dell’accoglienza. Le abbiamo certamente sul sistema sanitario e se a una persona viene negato l’accesso ai servizi sanitari di base come causa della mancata iscrizione all’anagrafe è chiaro che è un problema, nonché una violazione dei diritti fondamentali. Dunque non escludiamo di fare ricorso. Proprio per capire l’impatto delle nuove norme, ho convocato – aggiunge la numero due di viale Aldo Moro -per le prossime settimane il tavolo di coordinamento sulle politiche migratorie con tutti i distretti della regione».
Decreto sicurezza, ricorso alla Corte costituzionale
La polemica parte dall’applicazione dell’articolo 13 del Decreto sicurezza che è diventato legge. Esso impedisce l’iscrizione all’anagrafe dei richiedenti asilo. Alcuni governatori, in tal senso, sono pronti a farsi carico del ricorso alla Corte Costituzionale. La norma viene indicata come «disumana e in contrasto con la Carta fondamentale». Dopo l’annuncio del Presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino anche la Toscana è pronta. Nella giornata di lunedì la giunta regionale approverà la delibera sul ricorso da presentare alla Corte costituzionale: ad affermarlo il governatore Enrico Rossi.
Salvini e il Decreto sicurezza
Matteo Salvini, Ministro dell’Interno, polemizza con la scelta di Rossi. «Ci sono 119mila toscani in condizioni di povertà assoluta. Si contano quasi 22mila domande per ottenere una casa popolare in tutta la Regione. Si registra una sanità criticata da medici e utenti per le liste d’attesa, i tagli e i turni di lavoro massacranti. Eppure il governatore Enrico Rossi – dichiara Matteo Salvini – straparla del Decreto sicurezza che dà più legalità, risorse e strumenti agli amministratori locali. Lui pensa ai clandestini, noi agli italiani».
Luigi Di Maio e Giorgia Meloni
Il vicepremier Di Maio si scaglia contro i sindaci «sedicenti di sinistra la cui disobbedienza è un’occasione di stampo prettamente elettorale». Anche Giorgia Meloni (Fratelli d’Italia) è pronta a denunciare. In Toscana si vuole varare una legge regionale che tuteli il diritto di tutti, migranti compresi, «ad essere curati, ad avere una dimora, un’alimentazione adeguata e un’istruzione». Anche la Calabria si opporrà al provvedimento indicato come discriminatorio. Potrebbe accodarsi anche l’Umbria che, in ogni caso, garantirà accesso alle cure e assistenza per tutti. A dichiararlo è il Presidente della Regione Catiuscia Marini.