Due ex dipendenti di Twitter sono stati accusati di spionaggio. Grazie alla loro posizione avrebbero sfruttato la possibilità di accedere ai sistemi interni del social per attività di spionaggio su commissione dell’Arabia Saudita.
La denuncia
A denunciare il fatto è stato il Dipartimento di Stato Usa. Che ha accusato l’Arabia Saudita di assoldare i dipendenti di Twitter per ottenere informazioni riservate e personali sugli utenti sauditi dissidenti e su chi diffondeva commenti critici sul governo saudita. L’obiettivo, ovviamente, era quello di riuscire a controllare le voci critiche all’estero.
I due uomini accusati di sionaggio sarebbero un cittadino americano e uno saudita. A partire dal 2015 avrebbero avuto accesso ai dati di più di 6000 account Twitter. E tra questi, fa scalpore la presenza dell’account di un gionalista vicino a a Jamal Khashoggi, l’editorialista del Washington Post ucciso il 2 ottobre 2018 a Istanbul.
I due, comunque, non avrebbero agito da soli. A fare da intermediario tra loro e il Raid sarebbe intervenuto un altro cittadino saudita, accusato ora anche lui di aver agito come agente illegale di un governo straniero. A lui, come ricompensa per il lavoro svolto, sarebbero andati migliaia di dollari.
La nota di Twitter
Twitter, da parte sua, ha ringraziato il Dipartimento di Stato e l’Fbi per aver portato alla luce la vicenda. In una nota infatti la piattaforma ha sottolineato: “Riconosciamo che ci sono persone cattive che cercheranno di danneggiare il nostro servizio. Comprendiamo i rischi incredibili affrontati dai molti che utilizzano Twitter per condividere i loro punti di vista con il mondo e rendere responsabili coloro che sono al potere”.