Boris Johnson è in volo verso Londra, in anticipo sulle tabelle di marci previste dopo gli impegni a cui ha dovuto prendere parte a New York. Sono ore convulse per il premier, e la stampa locale non sa se dare per spacciata la sua premiership o accusare la Corte Suprema di non rispettare la volontà di cittadini sulla Brexit.
Il verdetto della Corte Suprema
Corte Suprema che il 24 settembre ha deciso che la chiusura del Parlamento fino al 14 ottobre, chiesta – e ottenuta – da Johnson fosse illegale. Appena appresa la notizia, il premier ha avuto un colloquio telefonico con la Regina, anche se non si sa con precisione cosa si siano detti. Poi, ha diretto una riunione di governo in videoconferenza, in cui non sono mancati gli attacchi nei confronti della decisione della massima istanza giuridica del Paese. In particolare, il leader Tory ai Comuni, Jacob Rees-Mogg l’ha definita un “golpe istituzionale”.
I prossimi passi di Boris Johnson
Boris Johnson è atteso a Londra intorno all’ora di pranzo, ma non si sa se si presenterà ai Comuni, che torneranno a Westminster alle 11.30. Intanto, i partiti di opposizione chiedono una dichiarazione immediata del premier ai Comuni nuovamente riuniti, riguardante la sentenza. E si preparano a dar battaglia a Johnson, in particolare obbligandolo a rispettare la legge varata subito prima della chiusura del Parlamento, che impone a Johnson di chiedere un rinvio della Brexit nel caso in cui non ci sia un accordo entro il 19 ottobre.
L’opinione pubblica
Intanto, l’opinione pubblica è divisa. Se il Financial Times sembra scrivere un elegio funebre di Johnson, sottolinando in quanti abbiano chiesto le sue dimissioni, il Daily Express si chiede se sia legale “negare la Brexit a 17,4 milioni di cittadini UK”. Mentre per il Guardian, è Johnson ad aver ingannato il popolo e anche la Regina.