La Marina della Tunisia ha comunicato di aver recuperato un totale di 72 corpi che corrispondono alle vittime di un naufragio avvenuto al largo della costa. A divulgare la notizia è stato il capo della “Mezzaluna Rossa” nella provincia di Medenine, Mongi Slim. Secondo l’agenzia Dpa, in totale, il numero dei morti è salito a settantadue unità.
Naufragio in Tunisia, morti 72 migranti
Le agenzie dell’Onu, nel frattempo, chiedono di interrompere qualsiasi sostegno alla Guardia Costiera della Libia sino a quando le persone soccorse non saranno riportate nei centri di detenzione. «Esse dovrebbero poter riprendere a svolgere questo compito vitale e si dovrebbe istituire con urgenza un meccanismo di sbarco temporaneo che consenta una condivisione di responsabilità a livello europeo. Alle imbarcazioni commerciali non deve essere chiesto di ricondurre in Libia i passeggeri soccorsi. Qualunque forma di assistenza e responsabilità dovrebbero essere delegate agli organismi libici competenti solo a patto che nessuno possa essere detenuto arbitrariamente dopo essere stato soccorso e che le garanzie inerenti agli standard sui diritti umani siano rispettate. Senza tali garanzie – si legge in una nota – si dovrebbe interrompere qualunque forma di sostegno».
Il racconto della tragedia
Il barcone era partito a inizio luglio con 86 persone a bordo: dopo due giorni l’allarme per il naufragio a largo di Zarzis. L’Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati e Organizzazione internazionale per le migrazioni chiede che «in via prioritaria i 5.600 rifugiati e migranti attualmente detenuti nei diversi centri della Libia siano rilasciati in modo coordinato e che ne sia garantita la protezione. Oppure è opportuno siano evacuati verso altri Paesi dai quali sarà necessario reinsediarli con procedura accelerata. A tale proposito, è necessario che i Paesi acconsentano a un numero maggiore di evacuazioni e mettano a disposizione posti per il reinsediamento. Inoltre, ai migranti che desiderano fare ritorno nei propri Paesi di origine dovrebbero essere garantite le condizioni per poter continuare a farlo. Risorse supplementari sono parimenti necessarie».