Scandalo nel mondo della natalità Usa, dove una coppia ha denunciato una clinica per la fertilità, accusandone gli operatori di aver impiantato il loro embrione in un’altra donna di razza asiatica che si è ritrovata una prole caucasica.
Fecondazione artificiale: coppia denuncia il CHA Fertility Center
Tutto sarebbe nato dalla nascita di due gemelli nel mese di marzo, quando il test del DNA aveva sconfessato legami biologici con la ricevente. Insomma, sia la coppia che aveva chiesto l’impianto che quella, newyorkese, che aveva trovato la “sorpresa” avevano visto rosso e denunciato il californiano CHA Fertility Center. “CHA mi ha defraudato della possibilità di portare in grembo il mio bambino”, ha detto alla BBC Anni Manukyan in una conferenza stampa. Il secondo gemello viene presumibilmente dall’uovo e dallo sperma di una terza coppia non imparentata.
Il secondo caso
Guai peggiori per la coppia di New York, guai resi più imbarazzanti dal fatto che, essendo una coppia di asiatici, ha dovuto fare i conti con uno stupore ancora maggiore quando il frutto della fecondazione artificiale sono stati due gemelli caucasici, roba da miracolo biologico o da famiglia rovinata in cucina, fra piatti che volano ed accuse reciproche. Del resto gli stessi segni premonitori nel corso della gravidanza suggerivano che qualcosa non andava. Le scansioni inequivocabilmente proclamavano che stavano dando alla luce maschietti, nonostante i medici dicessero di aver usato embrioni femminili.
Le accuse
Insomma, secondo le denunce incrociate la CHA Fertility avrebbe infranto la legge statale che impedisce l’uso di embrioni per qualsiasi scopo diverso da quello consentito dal fornitore, un profilo penale che, se riconosciuto come congruo in un’aula di giustizia e portato a sentenza, comporta una pena detentiva compresa tra tre e cinque anni.