Al via, a Khartoum il processo contro l’ex dittatore del Sudan Omar Hassan Al Bashir, il tiranno deposto e incarcerato ad aprile dopo una sollevazione a trazione (ovviamente militare) che aveva messi fine ad un vero regno. Al Bashir è stato prelevato domenica scorsa dalla prigione resa tristemente famosa per essere diventata luogo di tortura dei suoi dissidenti e condotto nell’aula di giustizia. Lì, il dittatore deposto dovrà rispondere di specifiche accuse per corruzione.
Secondo il New York Times, Al Bashir, al momento del suo prelievo dal carcere di Kober, è apparso provato. Vestito di bianco e con il turbante indossato, il dittatore ha raggiunto l’aula in cui erano riuniti i giudici che contro di lui stanno esercitando l’azione penale per corruzione e riciclaggio. In un primo momento nel paese si erano diffuse notizie, rilanciate anche da agenzie internazionali, che il dittatore non fosse stato in realtà incarcerato, ma trattenuto in una sorta di “gabbia dorata”, un buone retiro fuori dal paese dove viveva nel lusso frenato a cui era ormai abituato. Al Bashir, 75 anni, è stato al potere in Sudan per 30 anni consecutivi e gli vengono attribuite anche precise responsabilità sull’ordine di aprire il fuoco sulla folla manifestante durante una marcia di qualche mese fa. Salito al potere nel 1989, Al Bashir aveva inaugurato, dopo aver dato l’impressione di voler applicare le libertà caposaldo dell’occidente, subito una feroce dittatura contraffortata da una radicalissima concezione dell’Islam.