
E’ salito a 18 il numero delle vittime dell‘incidente avvenuto sul Danubio nella notte tra il 29 e il 30 maggio. L’imbarcazione, con a bordo 33 turisti sudcoreani era affondata durante la navigazione sul Danubio, dopo essersi scontrato con un’altra imbarcazione all’altezza del palazzo del Parlamento.
Sale il numero delle vittime dell’incidente a Budapest
Alle sette vittime inizialmente accertate si aggiungono altri quattro morti, i cui corpi sono stati ritrovati ieri. Il Ministero degli Esteri di Seul ha confermato i dati. Si tratta di un uomo sudcoreano sulla sessantina, di una giovane sudcoreana trentenne e di uno dei due membri dell’equipaggio ungherese. Il cadavere dell’uomo è stato trovato a circa 5,8 chilometri dal luogo dell’incidente, quello della seconda vittima a circa 40 chilometri. Al momento però risultano ancora disperse altre otto persone.
Incidente sul Danubio, arrestato il capitano
Gli inquirenti hanno poi arrestato il capitano della nave “Viking Sigyn”, perché, come ha fatto sapere la polizia ungherese, esistono motivi concreti per sospettare lo skipper, di origini ucraine.
I soccorsi al barcone affondato a Budapest
Risultano disperse ancora 8 persone, tra cui il comandante della “Hableany”, l’imbarcazione turistica. Le ricerche dei dispersi sono proseguite tutta la notte tra il 29 e il 30 maggio, ma il maltempo le ha rese complicate. Infatti, la pioggia e le forti correnti del fiume hanno ostacolato i soccorsi. La stessa compagnia che gestiva il barcone affondato a Budapest, la Panorama Deck, ha fatto sapere di aver mobilitato “tutti i mezzi disponibili per salvare la vita delle persone” rimaste coinvolte. Anche il Ministero degli esteri di Seul ha annunciato che avrebbe partecipato alle ricerche con l’invio di una squadra per le operazioni di soccorso.