
Forse stavano cercando di raggiungere l’Europa dopo essere partite dalle coste libiche. Ma i circa 65 migranti morti nel naufragio di un barcone a 45 miglia nautiche dalla alle coste della Tunisia non hanno fatto in tempo che a partire.
A riferire del naufragio è l’agenzia tunisina Tap. E’ emerso po il salvataggio da parte della marina militare che avrebbero soccorso sedici persone. Ma non sono riusciti a salvare tutti, e la guardia costiera è impegnata a recuperare i cadaveri, nelle acque davanti a Sfax. Secondo l’UNHCR, una persona è stata trasportata immediatamente in ospedale per ricevere cure mediche, mentre le restanti attendevano l’autorizzazione a sbarcare.
Il racconto dei superstiti
I superstiti hanno raccontato di essere partiti da Zuara, 120 km a ovest di Tripoli, la sera del 9 maggio. Ma il mare era molto mosso, e la barca ha cominciato ad andare alla deriva.
L’impegno dell’UNHCR
L’inviato speciale dell’UNHCR, Vincent Cochetel ha dichiarato:“Questo tragico incidente ci ricorda i rischi terribili a cui sono esposti coloro che tentano la traversata del Mediterraneo”. Tutto lo staff dell’UNHCR “è pronto ad assistere i superstiti mettendo a disposizione alloggi d’emergenza, cibo e coperte, e ad effettuare una valutazione delle loro esigenze di protezione. Inoltre, la Mezzaluna Rossa tunisina, partner dell’UNHCR, ha dichiarato di essere a disposizione per garantire assistenza medica”. Questo è quanto si legge in un comunicato dell’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati .
I dati
Sempre secondo l’UNHCR, “quest’ultimo incidente ha provocato la perdita più elevata di vite umane da quando circa 117 persone erano decedute o andate disperse a metà gennaio”. “Da alcuni mesi l’UNHCR ha espresso ripetutamente preoccupazione per l’assenza di una strategia adeguata di ricerca e soccorso nel Mediterraneo centrale“, spiegano nel comunicato.
I dati diffusi dall’Agenzia rivelano che nei primi quattro mesi del 2019 nella tratta che dalla Libia porta all’Europa sono morte 164 persone. Sebbene questo sia un numero di certo inferiore a quello degli anni precedenti, la traversata “sta diventando sempre più fatale per coloro che si assumono il rischio di intraprenderla”. Infatti, “nei primi quattro mesi di quest’anno, una persona ha perso la vita nel Mediterraneo centrale per ogni tre che hanno raggiunto le coste dell’Europa dopo essere partite dalla Libia”.
L’UNHCR lancia un appello
Vincent Cochetel ha affermato: “È necessario rafforzare la capacità delle operazioni di ricerca e soccorso nella regione”. “Se non si interviene immediatamente”, ha aggiunto, “è quasi certo che si assisterà a nuovi tragici eventi nelle settimane e nei mesi a venire”.