
Negli Stati Uniti se sei omosessuale e chiedi un mutuo hai più probabilità di vedertelo negare. Lo rivela un’inchiesta bomba del Washington Post, che ha rivelato, dati alla mano che gli operatori economici di settore sono molto più propensi a negare ipoteche e mutui per la casa a coppie omosessuali.
I dati
L’analisi, pubblicata negli atti della National Academy of Sciences, è stata effettuata nella forbice di anni dal 1990 al 2015. In quel range le coppie gay avevano il 73% in più di probabilità di ricevere un’ipoteca o concretizzare un mutuo. Sempre secondo quello studio quando le coppie gay sono riuscite a trovare l’assenso all’apertura di un grosso credito, hanno ottenuto termini contrattuali meno vantaggiosi. In media, hanno pagato lo 0,2% di interessi annui in più, per un totale di 86 milioni di dollari all’anno.
L’omofobia strisciante
Insomma, l’omofobia negli Usa è più strisciante ma c’è tutta ed ha subito un’impennata nettissima da quando la potere c’è Trump. Secondo gli studi di settore c’è una forte necessità di attribuire all’orientamento sessuale in una “casella protetta” dalle leggi federali sui prestiti, altrimenti non se ne esce. Ma così sarebbe ghettizzazione di genere e il problema, da economico, torna ad essere etico. Insomma, un pasticcio.
Le direttive
“Il Fair Housing Act e l’Equal Credit Opportunity Act proibisce la discriminazione dei mutuatari in base a razza, colore, religione, sesso o origine nazionale, nonché specifici tipi di comportamento, come scoraggiare i richiedenti di classi protette da applicare o respingere i richiedenti sulla base di tali caratteristiche” . “I responsabili delle politiche devono garantire alle coppie dello stesso sesso l’accesso equo al credito”, ha affermato Hua Sun, professore associato di finanza presso l’Ivy College of Business e l’altro coautore dello studio. “Utilizzando il nostro framework, le agenzie di monitoraggio del credito possono anche prendere provvedimenti per indagare sulle pratiche di prestito inique”.