Cresce di giorno in giorno in numero di morti causato dalla crisi in Libia. Nel Paese, infatti, la contesa politica e militare è più accesa che mai. A parlare della situazione è il Presidente del Consiglio italiano Giuseppe Conte: «Il rischio di crisi umanitaria è concreto». Secondo gli ultimi dati, raccolti dall’AdnKronos per mezzo di Foad Aodi dell’Amsi (Associazione medici di origine straniera in Italia), le vittime sono 225: ben settanta sono minorenni.
Crisi in Libia
«Tra le vittime ci sono anche 40 donne morte in seguito a violenza sessuale – prosegue Aodi – e 15 professionisti della sanità. I feriti sono 1.200, di cui 500 gravi – sottolinea il medico – e gli sfollati 26mila. La situazione negli ospedali continua a peggiorare, manca praticamente tutto. L’acqua è molto sporca e il rischio epidemie è elevatissimo. Haftar si sta preparando per il colpo finale. Rinnovo l’appello di Amsi e delle Comunità del Mondo arabo in Italia (Co-mai) – conclude Aodi – rilanciando l’hashtag #SalviamolaLibia».
Riunione del Consiglio di sicurezza
Si è tenuta ieri sera una riunione a porte chiuse del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite riguardante la crisi in Libia. Secondo fonti diplomatiche la bozza, che chiede il cessate il fuoco immediato e l’accesso degli aiuti umanitari, è stata respinta da tre Paesi dell’Africa: si tratta di Guinea Equatoriale, Costa d’Avorio e Sudafrica. Il no è giunto anche dalla Russia; nessuna mossa importante degli Stati Uniti.
Il ruolo della Francia
Sospesi, intanto, gli accordi tra Francia e Libia in quanto si ritiene che il Governo francese sostenga il generale Khalifa Haftar. «La Francia respinge definendo completamente infondate le accuse formulate a proprio carico. Le dichiarazioni di Tripoli – ha dichiarato una fonte del Ministero degli Esteri della Francia all’AdnKronos – non sono per nulla veritiere».
Mandato di cattura per Haftar
La Procura di Tripoli ha emanato un mandato di cattura per il generale Haftar e per sei collaboratori. A comunicarlo è stato il Ministero della Difesa del Governo di accordo nazionale di Tripoli. Ecco la controrisposta dopo quello dell’11 aprile rivolto al Premier Fayez al-Sarraj e ad altri responsabili di Tripoli.