Via ai fondi di quelle università che non garantiscono la “pluralità di espressione”. La scure di Donald Trump si abbatte sugli atenei americani che, a suo dire, non tutelano gli studenti di idee conservatrici. Il presidente Usa ha firmato giusto ieri un atto che promette di sollevare una vero polverone. A innescare la decisione un episodio di cronaca che aveva tenuto banco qualche giorno fa: a Berkley, università della California, un sostenitore di Trump era stato preso a pugni mentre faceva propaganda politica.
Via i fondi alle università
Secondo fonti indipendenti nessuno degli aggressori era però uno studente e i vertici dell’ateneo erano duramente intervenuti contro ogni forma di strumentalizzazione del fatto. Trump però aveva colto la palla al balzo e aveva formato un ordine di congelamento dei fondi federali a favore delle università pubbliche. Intuibile il casino scatenato da quelle decisione. “Gli studenti americani di ideologia conservatrice sono sotto assedio – ha detto Trump – e le università sono in netto conflitto con il Primo Emendamento della Costituzione che garantisce la libertà di espressione”.
Parole forti a cui ha fatto seguito una decisione ancor più forte, a tener conto del fatto che ogni anno le università pubbliche americane ricevono fondi da svariate agenzie governative per oltre 4 miliardi di dollari, la più parte dei quali destinati a ricerca e sviluppo. “Le agenzie federali useranno tutta la loro autorità – ha rincarato al dose il presidente Usa – per garantire che le università proteggano e applichino al loro interno il Primo Emendamento a favore degli studenti conservatori. In caso contrario perderanno miliardi di dollari”.
Senza possibilità di equivoco dunque. L’American Association of State Universities (AASCU) è però salita sugli scudi e ha bocciato la decisione di Trump sia nella forma che nel merito: “Quella decisione on aggiunge né sottrarre obblighi che già tutti abbiamo nei confronti della Carta costituzionale – si legge in una nota – e comunque stiamo parlando di fondi che assegna il Congresso e che non possono essere congelati da un ordine unilaterale della Casa Bianca”.