Nicolas Maduro sente puzza di bruciato nel suo esecutivo e chiede all’intero gruppo di dimettersi in massa, per consentirgli di “concentrarsi nella lotta per mantenere il governo del nostro Paese”. I due mesi di crisi politica in Venezuela sembrano dunque essere arrivati al punto di non ritorno.
Il tweet di Delcy Rodriguez
Se Maduro chiede il reset del governo è evidente che sente, o meglio sa, che la sua graniticità è stata minata e che le lusinghe di servizi Usa e inviati di Guaidò per far abbandonare la barca prima del gorgo irreparabile hanno fatto presa. Maduro ha affidato ad un tweet di ieri sera le sue intenzioni ma, esperto com’è, si è ben guardato dal farlo direttamente: ha scaricato la patata bollente su un imbarazzatissimo vicepresidente Delcy Rodriguez. A lui il compito di spiegare l’invito alle dimissioni corali e annunciare una “profonda ristrutturazione del governo per fortificare la nazione contro qualsiasi minaccia”.
El Pdte @NicolasMaduro ha solicitado a todo el Gabinete Ejecutivo poner sus cargos a la orden a los efectos de una reestructuración profunda de los métodos y funcionamiento del gobierno bolivariano para blindar la Patria de Bolívar y Chávez ante cualquier amenaza!
— Delcy Rodríguez (@DrodriguezVen) 17 marzo 2019
La minaccia i Guaidò
Anche e specialmente contro le minacce interne, interne proprio al governo ormai. Ormai per il potere in Venezuela e per una sua legittimazione internazionale si combatte senza esclusione di colpi. La tecnica “erosiva” di Juan Guaidò pare aver sortito il suo scopo carsico: creare un super fronte internazionale di oltre 50 paesi che lo riconoscono come presidente legittimo – cioè come anti Maduro patentato – e diventare il grimaldello con cui Washington spera di scardinare il più grande petrolificio del mondo occidentale.
Uno scatto in avanti?
A ben vedere e come rileva il Miami Herald, il Paese bolivariano non è nuovo ad avvicendamenti repentini, ma di solito avevano investito i vice presidenti, non l’intero esecutivo. Dopo le grandi manifestazione contrapposte dell’ultimo week end e con Guaidò ormai in tour come e peggio dei Kiss, la corsa per Palazzo Miraflores potrebbe concludersi in questi giorni con qualche inatteso scatto in avanti. Maduro ha ancora dalla sua buona parte dei venezuelani in divisa, Guadò sta facendo breccia progressiva nei ceti più bassi ridotti ormai allo stremo.
“Non ci arrenderemo a nessun impero”
Il presidente chavista, dal canto suo, da Twitter non scappa certo: “Abbiamo ereditato la nostra incrollabile volontà di combattere dagli uomini e dalle donne che hanno liberato questo continente dall’impero spagnolo”, ha scritto su Twitter domenica. “Non ci arrenderemo a nessun impero!”
De los hombres y mujeres que liberaron este continente del imperio español, heredamos la voluntad inquebrantable de lucha. ¡No nos rendiremos ante ningún imperio! pic.twitter.com/4KaqwVMW6h
— Nicolás Maduro (@NicolasMaduro) 17 marzo 2019