Presunto pedofilo sfrattato dal cimitero dove dopo la morte era stato sepolto: avere le sue spoglie mortali a fianco era un’onta che i parenti di una sua vittima non avrebbero potuto tollerare. Un morto troppo ingombrante per coabitare, sia pur nella eterea quiete del riposo eterno, con i resti dei familiari, un morto “cacciato” dai giudici ecclesiastici inglesi perché denunciato per pedofilia e sepolto accanto a congiunti che ebbero a patire la sua sordida attività in vita.
Analisi sul caso
Calma e gesso che la new non solo fa giurisprudenza ecclesiastica nel Regno Unito, ma va affrontata tenendo presenti alcuni capisaldi imprescindibili in punto di diritto. Innanzitutto l’uomo, il defunto riesumato e trasferito in altra tomba, non aveva avuto sentenze passate in giudicato che certificassero il crimine attribuitogli dai familiari della vittima che si erano rivolti alla Corte del Concistoro della Chiesa anglicana per la riesumazione. In seconda battuta si deve tener conto del calibro della decisione dell’adunanza ecclesiastica, decisione che rompe una consolidatissima tradizione di diniego alle riesumazioni di salme, a meno di gravissime e urgentissime circostanze. Insomma, per giurisprudenza affermata nel Regno Unito, una volta che un “undertaker” ti ha calato sotto le margherite, che i tuoi resti possano andare a concimare altri prati è faccenda quasi impossibile.
L’indagato è deceduto durante il processo
Le agenzie riportano la notizia di una decisione maturata dal giudice Stephen Eyre sulla scorta del solo racconto della vittima, che però non era mai confluito in un dibattimento, questo perché nel frattempo l’indagato era passato a miglior vita. Secondo quella denuncia l’uomo, morto ad inizio 2016, avrebbe abusato per anni della piccola congiunta, figlia della cognata defunta, fin dalla tenera età di sei anni e fino ai 15. Nel suo pronunciamento, la toga britannica in parrucca ha chiaramente motivato la decisione con il teorema per cui quel luogo – la tomba del presunto pedofilo – era una specie di perenne collettore di angoscia, anche a contare la sola veste ipotetica delle accuse rivolte a chi, dopo la morte, di quella tomba era diventato contenuto. Il garantismo va bene per i vivi, per i morti basta il sospetto o quanto meno il “riposi in pace”, ma non troppo vicino.