Aumenta la conta delle vittime per il terremoto, e il conseguente tsunami, provocati in Indonesia. I morti sono 429 mentre i feriti hanno superato le 1.400 unità. Tre giorni fa le isole di Giava e Sumatra sono state colpite da un evento sismico di forte intensità. A rendere nota la situazione il portavoce dell’Agenzia indonesiana per i disastri Sutopo Purwo Nugroho. I dispersi, invece, sono 128. Si continua a cercare sperando di trovare qualche altro sopravvissuto. È forte l’emergenza sanitaria nel Paese.
Salvato un piccolo dalle macerie
Un bambino di 5 anni è stato estratto vivo dopo dodici ore. Si continua intanto a scavare anche a mani nude. La Ong Oxfam parla di 11mila sfollati e ha lanciato un appello di emergenza. Si chiede di donare ricordando che è alta la possibilità di un nuovo tsunami a seguito delle ultime eruzioni. Nelle zone circostanti tanto fumo e cenere dovuti all’attività del vulcano. Attivo anche il supporto di Medici senza frontiere. A tal proposito sono state inviate tre squadre per il supporto assistenziale.
Si sono tenuti anche i funerali della band “Seventeen” travolta dall’onda anomala. Il bassista e il manager hanno perso la vita. I media indonesiani, a tal proposito, dichiarano che il batterista sarebbe stato trovato morto.
Cosa è accaduto
Lo tsunami ha colpito l’Indonesia nella serata del 22 dicembre a ridosso delle zone costiere dello Stretto di Sonda. A causare il tutto l’eruzione dell’Anak Krakatoa. Il vulcano è uno dei 127 attivi del Paese. La zona colpita è situata a ridosso della convergenza di tre grandi placche tettoniche. Sulla cosiddetta “cintura di fuoco” è alto il tasso di attività sismica e di eruzioni vulcaniche. Sul posto si è recato anche il Presidente dell’Indonesia Joko Widodo. Tre mesi fa un altro tsunami, causato da un terremoto, provocò la morte di migliaia di persone a Palu e sull’isola di Sulawesi.
Emergenza sanitaria
«Molti bambini sono malati, hanno la febbre, mal di testa e non hanno abbastanza acqua – ha detto Rizal Alimin, un medico ONG Aksi Cepat Tanggap -. Abbiamo trasformato la scuola in un rifugio di fortuna. Possediamo meno farmaci del solito, le condizioni non sono salutari. Non c’è abbastanza acqua potabile, la gente ha bisogno di cibo e dorme a terra».