Usa, il capo del Pentagono Jim Mattis ha annunciato le proprie dimissioni. Lascerà l’incarico di segretario alla Difesa entro fine febbraio. La notizia arriva a pochi giorni dalla decisione del Presidente americano Donald Trump di avviare a sorpresa il ritiro delle truppe Usa da Siria e Afghanistan. Si tratta di un vero affronto al capo del Pentagono, l’ultimo superstite dei militari dell’amministrazione Trump che il Presidente amava chiamare “i miei generali”.
Nella dura lettera di dimissioni consegnata alla Casa Bianca, Mattis ha spiegato: “Poiché ha il diritto di avere un segretario della Difesa le cui vedute siano meglio allineate con le sue, su queste e altre materie, credo sia meglio per me fare un passo indietro”. “Ho avuto il privilegio di servire il Paese e sono orgoglioso dei progressi degli ultimi due anni” ha sottolineato ancora Jim Mattis.
Le dichiarazioni di Jim Mattis
Il capo del Pentagono ha accennato anche ai disaccordi con il Presidente. Ha sottolineato che gli Stati Uniti dovrebbero valutare e rispettare i loro alleati. Ha aggiunto poi che dovrebbe esserci un “approccio non ambiguo” ad avversari come la Cina e la Russia. “Una convinzione fondamentale che ho sempre sostenuto è che la nostra forza come Nazione è inestricabilmente legata alla forza del nostro sistema unico e completo di alleanze e partnership“. Questo è quanto ha detto Mattis riferendosi alla coalizione di 74 Nazioni che combatte lo Stato islamico in Siria e Iraq. “Mentre gli Stati Uniti rimangono una Nazione indispensabile nel mondo libero, non possiamo proteggere i nostri interessi o servire efficacemente questo ruolo senza mantenere forti alleanze e mostrare rispetto verso quegli alleati”, ha puntualizzato Jim Mattis.
Il ruolo di Jim Mattis nell’amministrazione Trump
La notizia delle dimissioni è stata subito commentata, via Twitter, da Donald Trump, che ha parlato di “pensionamento” di Jim Mattis mentre i democratici hanno espresso preoccupazione per il passo indietro del capo del Pentagono. Mattis era considerato infatti “un’isola di stabilità nel caos dell’amministrazione Trump”, come ha osservato il senatore democratico Mark Warner.
General Jim Mattis will be retiring, with distinction, at the end of February, after having served my Administration as Secretary of Defense for the past two years. During Jim’s tenure, tremendous progress has been made, especially with respect to the purchase of new fighting….
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) 20 dicembre 2018
Le posizioni sulla questione Siria
Visto da tempo come baluardo contro gli impulsi isolazionisti e più estremi del Presidente Donald Trump, Mattis è stato un tranquillo “riassicuratore in capo” mentre il Presidente inviava tweet provocatori. E sulla questione Siria, aveva tentato di convincere il Trump del fatto che la missione anti-terrorismo non fosse finita. Anzi, che una piccola presenza militare Usa sarebbe dovuta rimanere. Jim Mattis ha cercato inoltre di far capire a Trump che un ritiro di truppe Usa rischia di aumentare il caos e i problemi nella regione. Ma il fatto che i consigli del generale siano caduti nel vuoto, conferma come Mattis, un tempo il più ascoltato consigliere per questioni militari, negli ultimi tempi abbia perso la sua influenza.
Lo strappo con l’amministrazione Trump
Lo strappo era apparso evidente già nei giorni scorsi quando Trump ha annunciato la scelta del generale Mark Milley, attuale capo dello Stato Maggiore dell’esercito come prossimo capo degli Stati Maggiori Riuniti. Jim Mattis invece aveva raccomandato il capo dello Stato Maggiore dell’Aeronautica, David Goldfein, ma non è stato ascoltato.