Un nuovo capitolo della tragedia, chiamata Brexit, messa in scena nel palcoscenico del Regno Unito. Lo schieramento ribelle dei conservatori ha raggiunto le 48 firme che servivano per avanzare un voto di sfiducia verso la Premier britannica Theresa May, che rischierà, nelle prossime ore, di perdere la leadership del partito e del Paese.
Servono 158 voti per affondare Theresa May
Esiste la possibilità che Theresa May riesca a uscire indenne anche da questa sfida. Tuttavia, in base alle regole del suo partito, rimarrebbe alla guida del Paese solo per un anno. È l’ulteriore sfida che dovrà affrontare la Premier britannica nelle prossime ore. Servono 158 voti, ne uno di più ne uno di meno, ai suoi oppositori per affondare la loro odiata leader. Non è un’mpresa facile né scontata, ma neppure impossibile, visto che l’opposizione interna alla May è cresciuta nelle ultime ore. Il suo viaggio a Bruxelles, snobbando il voto in Parlamento, ha aumentato i suoi “nemici” su tutti i fronti.
Già prima del voto rinviato si parlava di almeno cento deputati, guidati da Boris Johnson e Jacob Rees-Moog, pronti e intenti a mandarla a casa. Se Theresa May cadesse, la Brexit e tutto Regno Unito, finirebbero per sprofondare in caos politico, di cui sarà impossibile prevederne le conseguenze e la conclusione.
Le parole di Theresa May
“Darò tutto per superare il voto e restare leader”, ha dichiarato la premier Theresa May ai giornalisti che l’assediavano fuori da Downing Street. “Un cambio di leadership in questo momento metterebbe il nostro Paese in pericolo e lo farebbe sprofondare nell’incertezza. Inoltre, dato che un nuovo eventuale leader verrebbe eletto solo a fine gennaio, sarebbe a rischio l’intera Brexit. Potrebbe essere rinviata o addirittura fermata. Faccio parte del partito conservatore da 40 anni, io vado avanti e cercherò di far approvare l’accordo fino alla fine”.