La contraffazione è in crescita: questo è quanto mette in luce un’indagine di Confcommercio sull’illegalità, contraffazione e abusivismo. Secondo l’analisi presentata per la Giornata nazionale “Legalità ci piace!”, nel 2019 quasi un consumatore su tre , pari al 30,5%, ha acquistato un prodotto contraffatto. Si tratta di un dato che registra una crescita del 3,7% rispetto al 2016 e del 4,9% rispetto al 2013.
I pericoli della contraffazione
Contraffazione e abusivismo, ha spiegato il Presidente di Confcommercio Carlo Sangalli, “indeboliscono tutta la filiera del Made in Italy e la salute del sistema Paese, sovvenzionando le catene della criminalità organizzata“. “Questi fenomeni, inoltre, hanno anche una preoccupante ‘ricaduta sociale’ che è difficile da quantificare ma non è meno pesante da valutare”, ha continuato poi. Infatti, “contraffazione ed abusivismo spingono ad abbassare l’asticella della qualità della vita e degli acquisti, rendendo le persone più povere culturalmente, più fragili nelle scelte e più esposte in termini di salute, consumi e abitudini”, ha aggiunto Sangalli.
I dati
In particolare, i settori più colpiti dall’acquisto di prodotti contraffatti sono quello dell’abbigliamento che registra un aumento del 9,4% sul 2016, e quello dei prodotto farmaceutici, con un +2,8%. Ma non solo. In crescita anche l’acquisto di prodotti di intrattenimento con un +1,5%, pelletteria (+0,4%) e giocattoli, che registra un +0,3%. Il web viene utilizzato in prevalenza per comprare giocattoli, con un incremento del 12,1%, pelletteria, con un + 10,5% e abbigliamento (+9,0).
A sconvolgere, è la consapevolezza che i consumatori mostrano di avere degli aspetti negativi dell’acquisto di prodotti illegali e dei rischi. A sapere cosa comporta è il 90% dei consumatori, anche se il 73% di essi lo ritiene normale. Ed è un fenomeno legato a motivi di natura economica, per l’82% dei consumatori.
L’analisi ha tracciato poi l’identikit del consumatore illegale “medio”. Il quale ha più di 25 anni, risiede per il 43,7% al sud e per il 77,2% ha un livello di istruzione medio-basso. E’ un impiegato, un pensionato, un operaio.