L’Italia è il Paese europeo con il maggior numero di NEET, ossia quei giovani tra i 15 e i 29 anni di età che non studiano, non lavorano e non seguono nessun percorso formativo. È ciò che emerge dalla ricerca “Il silenzio dei NEET – Giovani in bilico tra rinuncia e desiderio”, di cui si è discusso quest’oggi nell’ambito del progetto NEET Equity.
La maggior parte dei NEET è al Sud
In Italia, i NEET rappresentano il 23.4% dei giovani di età compresa tra i 15 e i 29 anni, poco più di due milioni di individui, e sono concentrati soprattutto al Sud. Specialmente in Calabria (36.2%), Campania (35.9%) e Sicilia (38.6%). Gran parte dei NEET possiede un diploma di scuola secondaria superiore, il 40% ha titoli di studio ancora più bassi, mentre i laureati rappresentano l’11% del totale. Il 19% dei NEET si dichiara indisponibile al lavoro, anche se per la maggior parte si tratta di donne in maternità. In Italia, il 14.5% dei NEET è rappresentato da giovani stranieri.
Qualità della vita non sufficiente
Come sottolineato da un testimone intervistato nella ricerca, “il NEET è un indicatore di una qualità della vita non sufficiente”. Il progetto NEET Equity si pone l’obiettivo di dare vita a politiche attive che favoriscano l’inclusione dei NEET e la valorizzazione delle loro potenzialità inespresse.