Mancano ormai pochi giorni all’inizio della scuola, ma ad oggi ci sono ancora 200mila cattedre scoperte. In tutta Italia, secondo l’allarme lanciato da ANIEF sono moltissimi gli studenti che si ritroveranno senza insegnanti all’inizio del nuovo anno scolastico.
La precaria situazione delle cattedre vacanti nella scuola
Il numero di cattedre vacanti è impressionante e dovranno venire coperte ricorrendo alle messe a disposizione inviate da chi non ha avuto accesso ai concorsi – bloccati dal 2016.
“Si tratterà di sistemare almeno la metà delle 53.627 nomine a tempo indeterminato andate deserte, i circa 20mila posti liberatisi a seguito dell’anticipo pensionistico Quota 100, i 50mila e oltre posti in deroga su sostegno, decine di migliaia di cattedre nascoste in organico di fatti e altri quasi 20mila posti liberi su disciplina comune nemmeno richiesti per le immissioni in ruoli”, spiega l’ANIEF.
Un problema di sistema
Secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore, il problema ha radici profonde, e ad essere sotto accusa sarebbe il sistema stesso. Ormai, spiega il quotidiano, “le classi di concorso più gettonate al Settentrione hanno esaurito gli iscritti”. E oltre ai concorsi – annunciati dal Ministero dell’istruzione ma di fatto ancora fermi – si aggiunge poi “lo scarso appeal della professione e l’indisponibilità dei professori del Sud a trasferirsi al Nord per via dell’elevato costo della vita”.
Marcello Pacifico, presidente dell’ANIEF, dal canto suo sostiene che l’unico modo per sanare una situazione che peggiora ogni anno, è quello di fare intervenire la Commissione Europea. In questo modo si potrebbe forzare lo Stato ad assumere automaticamente tutti i precari che hanno prestato servizio per 36 mesi con supplenze, e abilitare “i precari di terza fascia con un Pas”.
Le condizioni dei docenti di ruolo
Nel frattempo, come racconta alla redazione di CiSiamo un’insegnante di una scuola primaria di Milano, i dirigenti scolastici sono costretti a chiedere ai docenti in servizio di svolgere ore in più rispetto al loro orario per coprire l’organico scoperto. Questo ovviamente con gravi ripercussioni sul benessere dell’intero sistema scolastico.