Partono con un mese di ritardo le procedure per la sottoscrizione dei patti del lavoro per i beneficari del Reddito di Cittadinanza. E con esse, anche le sanzioni per chi non dovesse presentarsi. Le operazioni sarebbero dovute partire già a maggio, a 30 giorni dal riconoscimento del beneficio. E tuttavia, dopo il concorso per i navigator finalmente la seconda fase del Reddito entra nel vivo, con controlli per 120 famiglie.
Reddito di cittadinanza, al via le chiamate alle famiglie
Il patto tra Stato e beneficiari infatti prevede che ognuno di essi sia poi aiutato a reinserirsi all’interno del mondo del lavoro. Così, a partire da oggi, 24 giugno, i membri di 120 famiglie che ricevono il reddito saranno convocati nei centri d’impiego per essere indirzzati verso un percorso nel mondo del lavoro. Niente navigator, sul posto, comunque. I navigator selezionati dal concorso per aiutare le famiglie nel percorso di orientamento entreranno in gioco solo ad agosto. A luglio infatti dovranno seguire un corso intensivo in preparazione al loro lavoro, per ottenere la certificazione Anpal necessaria perché possano operare.
Le sanzioni per i membri della famiglia che disertano le chiamate
Dopo un paio di mesi in cui i beneficiari hanno potuto usifruire del Reddito senza dare nulla in cambio è arrivato ora il momento della resa dei conti. E per chi non si presenterà al colloquio sono previste sanzioni pesanti. Infatti, chi non si presenta infatti rischia di perdere il reddito per un mese. I membri delle famiglie avranno poi a disposizione altre due chiamate, ma chi non dovesse presentarsi potrebbe andare incontro a pene ancora più gravi. Infatti, chi dovesse dar buca anche al secondo appuntamento perderà il diritto al Reddito di Cittadinanza per due mensilità. Ultima chiamata, la terza. Se anche questa volta, i membri di una famiglia idonei al lavoro non si presenteranno, perderanno definitivamente il diritto al beneficio. Sono previste decurtazioni anche nel caso in cui, una volta sottoscritto il patto del lavoro, anche solo un membro della famiglia non partecipi alle iniziative proposte per l’orientamento nei centri d’impiego.
Il timore di defezioni
Ma il timore è che i bassi importi erogati sulla card possano spingere alle defezioni, come riporta Il Messaggero. infatti, i dati Inps rilevano come siano più di 30mila le famiglie che ricevono mensilmente meno di 300 euro, e per loro “il gioco potrebbe non valere la candela”, sottolinea Il Messaggero.