Previsto per il 17 giugno il primo acconto per Imu e Tasi. Le Regioni e Comuni potranno, a partire da quella data, aumentare le aliquote fino ai livelli massimi previsti per legge. Potranno aumentare cioè il 3,3% per l’addizionale Irpef regionale, lo 0,8% per quella comunale e lo 10,6 per mille per Tasi e Imu. La notizia è stata riportata da Virgilio.
Imu e Tasi 2019
La possibile nuova stangata ha spaventato, e non poco, i proprietari di un immobile. Le prime elaborazioni arrivano dal Centro studi della Uil. Queste elaborazioni svelano che ben 24 città capoluogo su 54 probabilmente aumenteranno la Tari. 250 sono invece i comuni che potrebbero invece aumentare Irpef e IMU.
L’allarme è stato denunciato anche dal Sole 24 Ore. Gli aumenti dovrebbero riguardare diversi Comuni. Coinvolti il 9,4% dei capoluoghi per quanto riguarda l’Imu e il 2,4% per quanto riguarda la Tasi.
Quanto si paga
Questa estate si potrà ignorare il primo pagamento, però si dovrà poi saldare in un’unica soluzione il prossimo 16 dicembre. Ogni famiglia ha speso in media circa 1.340 euro tra Imu, Irpef comunale e Tari. Roma risulta essere la città con la pressione fiscale maggiore.
Ricordiamo da ultimo cosa sono Imu e Tasi. L’Imu è l’Imposta municipale propria che si versa per il possesso dell’immobile. La Tasi è il Tributo per i servizi indivisibili, tributo che va versato al Comune per garantire quei servizi erogati dall’ente e utilizzati da tutti i cittadini.
Comuni che hanno scelto di cambiare
Per adesso sono veramente pochi quei Comuni italiani che hanno scelto di modificare le aliquote di Imu e Tasi per il 2019. Tuttavia, il pericolo non è stato ancora scansato del tutto. Infatti, per cambiare, c’è tempo fino a ottobre e un eventuale rincaro inciderà sulla seconda rata. Non dimentichiamo, tra l’altro, che a maggio ci sono state le elezioni europee e comunali. Dunque, è più che probabile che molti sindaci abbiano preferito evitare rincari a ridosso delle elezioni.