La rivoluzione, se rivoluzione sarà, parte da Facebook. L’azienda, tramite una nota, ha fatto sapere che i lavoratori assunti a tempo indeterminato potranno contare anche sul rimborso per la maternità surrogata. Questo varrà anche per i dipendenti in Italia, dove la tecnica di procreazione assistita rimane vietata dalla legge.
A essere coperti, riporta il Corriere, sono i costi sostenuti per la pratica. Tutti i costi. Nell’elenco delle spese rimborsabili ci sono anche i “donor fertility cost”.
Maternità surrogata in Italia
La maternità surrogata in Italia rimane ancora un fronte aperto. Il tema principale è il riconoscimento del bambino nato. Il caso più famoso è quello che ha visto protagonista l’ex leader di Sel, Niki Vendola, il quale, assieme al suo compagno, erano diventati genitori grazie a un’agenzia di San Diego.
Proprio di questi giorni l’intervento della Corte europea: “Un bambino che nasce all’estero con la maternità surrogata in un Paese in cui la gestazione per altri (gpa) è legale deve essere riconosciuto anche nei Paesi europei in cui questa pratica non è consentita, o con la trascrizione immediata all’anagrafe oppure con un’adozione piena che riconosca tutti i diritti-doveri anche alla madre non biologica (o al secondo padre)”.