
La Flat Tax per famiglie e imprese è una delle battaglie della Lega, come il Reddito di Cittadinanza lo è per il Moviemento Cinquestelle. Gli alleati di governo ne stanno discutendo con toni accesi, ma non è sempre ben chiaro cos’è realemente la Flat Tax, a chi spetta e quali sono i suoi costi.
Cos’è
La flat tax è un meccanismo fiscale in base a cui tutti i contribuenti tasserebbero la base imponibile con la stessa percentuale e non con un’aliquota che cresce all’aumentare del reddito. E’ da sempre una misura voluta dalla Lega, ma ora sono state introdotte alcune novità con la Legge di Bilancio 2019.
A chi si spetta
La Flat Tax si applica al lavoratori con partita Iva che abbiano un reddito imponibile fino a 65 mila euro e alle famiglie il cui reddito imponibile deve essere calcolato sui redditi totali e non individuali. Non è ancora chiaro se la Flat tax per le famiglie partirà già dal 2019 o dal 2020.
Flat tax per le imprese
La Legge di Bilancio prevede che nel 2019 la Flat Tax venga avviata con una sola aliquota al 15% per i redditi fino a 65 mila euro per i lavoratori autonomi e professionisti. Nel 2020 partirà una seconda aliquota al 20% per i redditi da partita Iva da 65 a 100 mila euro. Chi apre una nuova partita Iva avrà un prelievo fiscale del 5% per i primi cinque anni se si dimostri che la nuova attività non è il proseguimento di una avviata in precedenza.
Flat tax pensionati
I pensionati che si trasferiranno al Sud, in paesi con popolazione inferiore o uguale a 20mila abitanti potranno usufruire di una Flat Tax al 7%.
Flat tax famiglie
Per le famiglie, in particolare sono previste diverse aliquote. Al 15% per i redditi inferiori a 50mila euro, al 20% per redditi superiori a 50mila euro, e tra il 23 e il 33% per redditi fino a 80mila euro. Per garantire la progressività della tassa, che è un principio costituzionale (art. 53), è previsto anche un pacchetto di deduzioni da 3000 euro.
Costo
Secondo la proposta della Lega, la Flat Tax costerebbe 12 miliardi nel 2020, a spese però del bonus da 80 euro di renziana memoria, da 10 miliardi all’anno. A far quadrare i conti ci sta pensando Armando Siri, che deve trovare un bilanciamento tra le due misure.