“Liberi di scegliere“ questo è il titolo scelto per il film fiction di Rai tv che andrà in onda il 22 gennaio 2019 su Rai 1 alle 21:25. Sullo schermo, la storia di Domenico e Teresa, figli di esponenti di una famiglia mafiosa consegnata alla giustizia, e sotto processo. Il destino dei due ragazzi è affidato al Giudice Marco Lo Bianco, interpretato da Alessandro Preziosi. A lui il compito di stabilire in quale modo Domenico e Teresa possano costruirsi una vita diversa lontano dalla via per loro già segnata, quella a servizio della ‘Ndrangheta.
Ma la trama non è opera di pura fantasia. Al contrario, la figura del giudice Lo Bianco è ispirata a quella reale del Presidente del Tribunale Minorile di Reggio Calabria Roberto Di Bella. Di Bella da anni è a fianco di ragazzi nati all’interno di famiglie mafiose, per offrire loro un futuro diverso.
Chi è Roberto Di Bella
A Roberto Di Bella va dunque il grande merito di aver cambiato il modo della giustizia di rapportarsi con i figli delle famiglie mafiose appartenenti alla ‘Ndrangheta, il cui destino già segnato sarebbe quello di ereditare il ruolo dei genitori nella gerarchia delle cosche.
L’ereditarietà della ‘Ndrangheta
Roberto Di Bella, nel corso degli anni trascorsi come Presidente del Tribunale Minorile, ruolo che ricopre dal 2011 ha verificato come nei processi, i cognomi degli imputati fossero sempre gli stessi. e questo per colpa di un’eredità criminale che vedeva i figli prendere il posto dei padri nella famiglia, e assumerne anche l’uguale destino dietro le sbarre. Non solo adulti:spesso anche ragazzi finivano nelle mani delle cosche. Perché la ‘Ndrangheta non ha remore d’età sui suoi affiliati, e anzi, farne parte è un “diritto” di nascita. Così Roberto Di Bella da 30 anni si batte nelle aule dei tribunali per contrastare questa mentalità e gettare un salvagente a chi ancora può scegliere un destino diverso.
La strategia
L’unico modo per raggiungere l’obiettivo, secondo Di Bella, è allontanare questi ragazzi dal loro ambiente, spesso anche dai loro genitori, per tagliare i legami con la ‘Ndrangheta e mostrare loro che hanno una diversa possibilità. In questo progetto, Roberto di Bella ha coinvolto anche la Procura della Repubblica per i Minorenni, con la Procura Antimafia. In alcuni casi anche l’Associazione Libera di Don Ciotti ha collaborato, con progetti riguardanti la formazione di questi giovani.
E i frutti del lavoro di Roberto Di Bella si vedono. Molti giovani sono stati svincolati dal loro destino all’interno delle cosche, e anche molte madri hanno deciso di seguire il percorso di affrancamento dal mondo della mafia.
La trama
Marco Lo Bianco è un giudice del Tribunale dei minori di Reggio Calabria, e nel corso della sua carriera ha capito che la‘Ndrangheta non si sceglie ma si eredita. Perché il potere delle famiglie deriva dalla continuità sul territorio, come succede per tutte le dinastie di potere.
Marco Lo Bianco incontra così Domenico, ultimo componente di una cosca. Ma è anche fratello minore di un ragazzo che ha inutilmente arrestato anni prima. Lo Bianco decide che è arrivato il momento di dire basta. Lo Bianco dispone l’allontanamento del ragazzo dalla Calabria e il decadimento della responsabilità genitoriale per tutti e due i genitori. E così inizia il percorso di Domenico e della sorella Teresa, ma anche dello stesso Marco Lo Bianco e dei suoi collaboratori, che dovranno imparare un nuovo modo di rapportarsi a chi prima era ritenuto un criminale senza scampo.