Continua a calare il numero dei credenti in Italia. Dal 2014 il numero dei credenti è diminuito di circa il 7%. Inoltre è cresciuto il numero di atei e agnostici, passato dal 10 al 15% negli ultimi anni. Sono questi i numeri emersi a seguito di una ricerca commissionata dall’Associazione Uaar e fatta dalla Doxa. Ad anticipare il risultati il Fatto Quotidiano.
Credenti in Italia in calo
La situazione poi è ancora peggiore se si considerano i dati di ogni fascia di età. Ben il 22% dei giovani tra i 15 e i 34 anni si dichiara ateo o agnostico, mentre i credenti arrivano a mala pena al 50%. Viceversa, a mano a mano che l’età degli intervistati aumenta, aumenta anche il numero di coloro che si dichiarano credenti. Il picco è infatti tra gli over 50 (76,9%). Questo però conferma una tendenza già rivelata qualche anno fa: i giovani si stanno allontanando sempre di più dalla Chiesa.
Da non sottovalutare poi anche un altro aspetto: la differenza di numeri tra Nord e Sud del Paese. A Nord-Ovest del Paese i credenti non raggiungono nemmeno il 50%, fermandosi al 49,2%. Al Nord gli atei e agnostici sono addirittura quasi 1 su 3 (28,5%). Completamente diversa invece la situazione al Sud. Qui i cattolici sono l’80%, mentre gli atei e gli agnostici arrivano appena al 7,5%.
Altri numeri e percentuali
I laureati che si definiscono credenti sono il 51%, contro quasi il 90% (87,6%) di coloro che hanno la solo licenza elementare. Ma sono altri i dati sorprendenti che riguardano i credenti in Italia: l’80% degli intervistati dice il Governo italiano dovrebbe operare tenendo conto sia del pensiero dei credenti che dei non credenti. Di più: l’83% degli intervistati si dichiara favorevole al principio di laicità, cioè della separazione tra Chiesa e Stato.
Inoltre, in un fantomatico referendum riguardante la tassazione degli immobili delle Chiesa, il 54% degli intervistati voterebbe a favore. Il 30% è comunque favorevole alla tassazione dei beni dai quali la Chiesa ricava un reddito. Solo il 9% della popolazione infine è completamente favorevole all’esenzione della Chiesa da ogni contributo fiscale.