Si stanno moltiplicando i ricorsi contro i brutti voti. I genitori degli scolari, qualche volta, si sono ricorsi al Tar. A suggerire ai genitori come ci si dovrebbe comportare è Manfredo Atzeni, presidente del Tribunale amministrativo toscano.
“E’ impossibile – ha dichiarato – valutare a posteriori la congruità di un giudizio che presuppone un’esperienza di vita in comune durata un anno”. E non finisce qui, secondo Atzena “troppo spesso le impugnazioni si basano sul presupposto che l’offerta formativa non è stata sufficiente e per questo l’alunno deve essere promosso. Ma in questo modo si usa il meritevole sforzo del legislatore per aiutare chi presenta difficoltà obiettive come strumento per consentire a chi non si dedica allo studio di ottenere il pezzo di carta senza esserselo meritato”.
Accettare le decisioni dell’autorità
Atzeni non è certo il primo a denunciare un aumento di ricorsi. Ci aveva già pensato Alessandro Pajno all’inaugurazione dell’anno giudiziario amministrativo: “C’è una difficoltà di accettare la decisione dell’autorità che trova ulteriore espressione nei ricorsi con cui talvolta i genitori contestano la bocciatura dei propri figli a scuola”.