Intervista al ‘Corriere della Sera’ del Commissario europeo per l’Economia, Paolo Gentiloni. “Senz’altro in questi mesi c’è stata una rivincita dell’Europa. E’ tornata forte e si è dimostrata centrale nel panorama internazionale. Rispetto alla crisi dell’euro, abbiamo compiuto in dieci settimane scelte che erano state negate o rinviate per dieci anni”.
Le parole di Gentiloni
“Se ci si limita a paragonare l’entità del piano più i cento miliardi di Sure si potrebbe considerarlo modesto rispetto alle risorse mobilitate negli Stati Uniti. Ma noi non siamo uno Stato federale e quelle somme vanno sommate ad altre per un 4,5% di Pil in media di sostegni dei singoli governi e a un 24% circa di garanzie sul credito. Basterà? Bisogna che tutti i Paesi si impegnino per evitare quella che io chiamo la Grande divergenza. Fermare questa divergenza è stato il leitmotiv del mio lavoro”, aggiunge.
Recovery
“Queste spese straordinarie vanno gestite con una logica che non è di emergenza e l’obiettivo non è tornare alla situazione pre Covid. Non facciamo una grande operazione per tornare alla normalità di prima e per l’Italia sarebbe doppiamente sbagliato. Il Recovery Fund avrà successo se trasformerà le nostre economie in senso più sostenibile, più inclusivo e le renderà più competitive. E per un Paese che aveva la crescita più bassa degli altri vale doppio, anche perché i sostegni ai redditi non possono durare all’infinito”.
Next Generation Eu
“C’è una grande occasione di provare a fare sul serio alcuni cambiamenti che ripetiamo come litanie da decenni. Quindi più che cento progetti per dare segnali a tutti, penso sia importante concentrarsi su sette o otto aree di intervento che trascinino il resto. Ma devono essere percorsi precisi con spese dettagliate, investimenti, regolamenti, risultati attesi, tempi previsti. Penso di essere tra i più consapevoli di quanto sia difficile, ma senza chiarezza e realismo sarà difficile assicurare il successo di Next Generation Eu”.