A dare la grande notizia che riguarda il tasso di sopravvivenza in italia in seguito alle diagnosi di tumore è stato il rapporto dello “State of Health in the EU: Italy. Country Health Profile 2019” presentato a Bari. Nel nostro Paese, a 5 anni dala scoperta della neoplasia, la possibilità di sopravvivere alla malattia sono più elevaterspetto alle medie europee.
Tumori: parliamo di dati.
Per il tumore alla prostata la sopravvivenza in Italia è del 90%, contro una media dell’87% nel resto d’Europa.
Chi si ammala di cancro ai polmoni, invece, ha una speranza di sopravvivenza pari al 16% in Italia rispetto al 15% in Europa, per il tumore al seno dell’86% nel nostro Paese contro l’83% in Europa.
Il tumore al colon il rapporto sottolinea un 64% di possibilità in Italia contro il 60% in Ue. “Il sistema sanitario nazionale fornisce di norma cure efficaci e tempestive per i pazienti oncologici”, si legge nel rapporto.
Tumori: solo Cipro batte l’Italia
Il nostro sistema nazionale viene promosso a pieni voti, soprattutto per la sua efficacia: “L’Italia registra il secondo tasso più basso di mortalità prevenibile nell’Ue, dopo Cipro“, sottolinea ancora il rapporto, che in seguito verrà presentato anche in altre città come Atene, Stoccolma e Helsinki.
L’analisi condotta sul nostro SSN è stata condotta paragonandolo a quello di altri 26 stati membri dell’Unione Europea.
Tumori: i principali fattori di mortalità
Analizzando nel dettaglio i dati del rapporto, emerge come alcuni fattori di rischio siano connessi alla dieta, il tabagismo, il consumo di alcolici e la scarsa attività fisica.
Sul totale dei decessi avvenuti in quell’anno, circa il 16% (98.000 persone) è riconducibile ad una dieta alimentare non corretta, in cui viene sottolineato un basso consumo di frutta e verdura e allo stesso tempo un consumo elevato di zuccheri e sale.
Altro fattore incriminato è il tabacco, compreso il fumo passivo, che è responsabile di circa il 14 % delle morti. Quasi il 4% è attribuibile al consumo di alcolici e il 3% alla scarsa attività fisica.
Tutti questi numeri e queste percentuali comunque sono inferiori alla media dell’Unione Europea.