Si complica il quadro della nuova inchiesta sull’omicidio Pecorelli, avvenuto il 20 marzo 1979 a Roma. L’indagine era stata riaperta nel marzo 2019, dopo che la sorella del giornalista aveva chiesto nuovi accertamenti balistici sulle armi sequestrate nel 1995. Tra queste, una Beretta 756.
Le armi, sequestrate ad un uomo legato ad Avanguardia Nazionale, dovevano essere confrontate con i proiettili con cui venne ucciso Mino Pecorelli. Ma la Beretta 756 è stata distrutta, già nel 2013. A riportarlo, è un verbale custodito a Milano. A complicare la faccenda, i quattro proiettili, che dovevano essere depositati all’ufficio dei corpi del reato del Tribunale di Perugia, non sono stati ritrovati.
L’avvocato Biscotti, però, ha ribadito: “Quei proiettili ci sono e salteranno fuori“. E sull’arma distrutta spiega: “La consulenza tecnica in ogni caso si farà perché se è vero che l’arma è stata distrutta è anche vero che sono state effettuate prove da sparo. Esiste un’ampia documentazione. Anche i proiettili furono fotografati e quindi è possibile effettuare una comparazione con le foto dell’arma”.