Al via il processo per la morte di Desirée Mariottini, la 16enne trovata morta il 19 ottobre 2018 in una casa nel quartiere San Lorenzo di Roma. Quattro le persone sul banco degli imputati: Alinno Chima, Mamadou Gara, Yussef Salia e Brian Minthe. Tutti sono accusati di omicidio volontario, violenza sessuale aggravata e cessione di stupefacenti a minori.
I quattro, secondo quanto ricostruito dall’aggiunto Maria Monteleone e dal pm Stefano Pizza, avrebbero abusato a turno delle ragazzina dopo averle somministrato un mix di droghe che poi ne avrebbe acusato la morte. Prova a loro carico sarebbero le tracce di Dna che gli investigatori hanno torvato sul corpo di Desirée.
Il processo per l’omicidio di Desirée Mariottini
Uno degli imputati, Mamadou Gara, ha denunciato l’assenza di un interprete durabte l’incidente probatorio dell’8 novembre. Per questo ha chiesto che vengano annullati gli atti svolti in quella sede. In quell’occasione alcuni testimoni avevano confermato di aver provato a chiamare l’ambulanza per soccorrere Desirée, ma che i quattro indagati glielo avevano impedito. Se la richiesta di Gara verrà accettata, lo si saprà solo nel corso della prossima udienza, fissata per il 15 gennaio.
Invece, Yussef Salia ha dichiarato in aula: “Non sono responsabile della morte di questa ragazza, ma chiedo perdono e scusa a sua madre e alla sua famiglia e rispetto il loro dolore”.