Peter Chiebuka, 26enne nigeriano, è stato arrestato a Padova con l’accusa di sequestro di persona, violenza sessuale e rapina ai danni di una 22enne. Il giovane, sul suo profilo Facebook, sfoggiava la “bella vita”. Una foto lo ritraeva seduto su una Porsche, in altre mostrava vestiti all’ultima moda e collane e gioielli d’oro. Ma l’immagine era molto lontana dalla realtà. Come spiega il Gazzettino, Peter Chiebuka è un richiedente asilo e fa parte di un programma di accoglienza con pocket money, vitto e alloggio forniti dalla cooperativa Edeco.
Porsche e vestiti firmati, ecco chi è lo stupratore richiedente asilo
Forse, dunque, come ricostruisce Il Giornale, la vita che Chiebuka amava sfoggiare sul suo profilo social era inventata. Una trappola, in pratica, per attirare l’attenzione e catturare l’interesse delle ragazze. E una trappola che alla fine ha funzionato, nella sua rete è finita una 22enne ceca.
I due si sono incontrati e per la ragazza è iniziato un incubo. Il 26enne nigeriano l’ha rinchiusa in casa, picchiata e violentata per 10 giorni. Anche il responsabile del centro di accoglienza di Edeco, Lorenzo Boscato, che aveva ospitato Chiebuka, è rimasto sconvolto. “Non avevamo nessun sospetto sulle violenze ai danni della giovane. In quel caso saremmo stati noi a segnalare e denunciare i fatti alle autorità”, ha spiegato Boscato. “Tutti i giovani che fanno parte del gruppo sono molto tranquilli e prendono parte alle attività informative proposte. Possiamo dire che ad oggi questo nucleo di richiedenti asilo ha sicuramente un elevato grado di integrazione“.