Vittorio Feltri e Vladimir Luxuria si sono scontrati a Live – non è la D’Urso, quando il direttore di Libero ha dichiarato di poter usare il termine frocio. “I termini frocio, culattone, sono battute che possono anche strappare delle risate ma sono un insulto – ha detto Luxuria a Feltri –. Lei non se la può cavare dicendo che non usa il termine gay perché inglese. Io li leggo i suoi articoli, e in un pezzo in cui parlava di ambientalismo ha usato la parola smog, che è un termine inglese. Allora perché smog lo può dire e gay no? Gli fa male la bocca?“
E ancora: “Lei non deve sottovalutare il peso delle sue parole e la loro influenza. Scommetto che ora ci sono tanti ragazzi che ci stanno seguendo e non vorrei che un ragazzino che sente queste parole le vada a ripetere a scuola, dove c’è un fenomeno brutto che si chiama bullismo. In certi casi le parole fanno ridere, in altri uccidono Direttore!”.
Feltri contro Luxuria: “Posso dire froc*o, è latino. Non capisci un ca**o”
A questo punto Feltri risponde: “Fare la guerra al vocabolario è la cosa più stupida di questo mondo. Siccome il giornalismo è popolare per definizione, io preferisco usare dei termini che sono di uso popolare”. “Che gente frequenta lei, che usano i termini frocio e ricchione? – replica Luxuria -. La gente normale non dice coglione e frocio”.
Feltri, interrotto, dunque si scalda e come al solito non le manda a dire: “Lei è una cafona. Io uso il linguaggio che voglio, che è quello popolare, se a lei non piace non me ne frega niente. Pretendo non si faccia la guerra al dizionario, tutti i termini che io uso sono contenuti nei migliori vocabolari della lingua italiana, frocio è un termine di origine latina“. Luxuria quindi replica: “Lei non può rendere la tessera Arcigay e poi dare del frocio a qualcuno. Lei deve smettere di usare questo linguaggio perché ci sono anche dei ragazzi che si sono suicidati per queste parole“. E Feltri conclude: “Piantala, cretina. Non capisci un ca**o”.